lunedì 20 luglio 2015

Tratto da un racconto di Stephen King: A volte ritornano

Nel 1978 esce la prima raccolta di racconti del Nostro. Si chiama Night Shift, distribuito in Italia come A volte ritornano. 
Venti racconti uno più bello dell'altro (continuo a credere che lui dia il meglio di sè nelle narrazioni brevi, per quel poco che ne posso sapere io), da cui, ovviamente sono stati tratti svariati film, alcuni più famosi di altri.
Fil rouge: mi han fatto tutti schifo. O quasi.


Grano rosso sangue, 1984, Fritz Kiersch 


I pugni sono roba facile. Un po' troppo visti.
Gli schiaffoni, invece, quelli proprio a mano aperta in pieno viso, sono più umilianti. Sono 'ho fatto il cattivo e il papà mi dà una bella sberla'.
Per questo, quando alla fine di Grano rosso sangue il protagonista Burt prende a pizze in faccia il giovane Malachia a due a due fino a che diventano dispari, io ho goduto profondamente.
Malachia è un giovane che vive nella cittadina di Gatlin. Cittadina strana, quella, ci vivono solo ragazzini. Burt e Vicki, una coppia in viaggio, si ritrovano lì perché hanno investito un bambino e vogliono andare a denunciare l'incidente alla polizia. Ma niente adulti, niente polizia.
Sapete quanti Grano rosso sangue ci sono? Qualcosa come SETTE. Sei sequel per un film che ok ha fatto buoni incassi (che poi in questi casi è tutto ciò che conta) ma che risulta essere un mediocrissimo lavoretto con molto poco da dire. 
Non mi basta che mettiate un cappello nero in testa ad un ragazzino dal viso angelico per rendermelo inquietante, vi dirò.
Perché nel racconto si arriva nella cittadina con calma, in un clima che parte già teso per la coppia in procinto di divorziare, con approfondite descrizioni dei campi di grano che paiono essere l'unica cosa presente, si sente leggendo il vento che li muove.
Sapete cosa fa rabbia? Che il film inizia bene. In un ridente paesello di campagna del Nebraska tutti i cittadini sono bravi cristiani che dopo la funzione domenicale si fermano alla tavola calda a fare una bella colazione tutti insieme. Inizia a questo punto una mattanza messa su dai bambini del villaggio, fatta di caffè avvelenato, coltelli e botte. 
Ecco, un efficace inizio che si rivela la sola cosa funzionale del film. Mi rendo conto che per chi lo abbia visto magari nell'infanzia possa stare comodo negli abiti di culto, ma io l'ho visto a 24 anni, capitemi.

The Mangler, 1995, Tobe Hooper


'Hai provato a pensare che la macchina sia maledetta?'
'Sì, come no.'
'No, non maledetta, posseduta!'
Ah, scusa, adesso sì che mi torna.
Non è che voglia fare la saputella, perdonatemi, ma mangler vuol dire stiratrice. Ora, se mi fai un film su una stiratrice maledetta, lo devi fare in un certo modo, perché è piuttosto evidente che non ci troviamo di fronte a materiale di sua natura particolarmente inquietante.
Detto ciò, quello che penso io è che con certe premesse si poteva tirare fuori una comedy horror indimenticabile. Perché è una STIRATRICE, capito?
Una di quelle idee che solo quel beotone di Stephen King poteva tirare fuori, perché secondo me quello lì nel cervello non ha convenzionale materia grigia ma chiaramente altro. Il fatto che fosse uso alle sostanze illecite e all'alcool può anche avere dato una sua buona mano.
Questa, di stiratrice, sta in una ditta, la Blue Ribbon Laundry, in cui i dipendenti (e quelli che stanno loro intorno) iniziano a cadere come i dieci piccoli indiani di Christiana memoria. Indagano un poliziotto e un suo amico, quello che lo voleva convincere che la suddetta macchina fosse maledetta. No, non maledetta, posseduta.
Che poi io lo capisco anche, eh, Tobe Hooper. Se uno dei tuoi primi film ti esce storico, un culto, una perla, un amatissimo filmone che nessuno mai dimenticherà, poi sei costretto a essere sempre all'altezza. Allora ci riprovi, ti viene Poltergeist, pensi di essere a posto per la vita.
E invece no, la gente vuole altro, altri film tuoi, quando tu magari vorresti essere a Mauritius a farti spalmare di spf 50 per evitare le rughe.
Poi si lamentano se ti vengono come The Mangler. 
Io lo so che ci hai provato, bello mio, che hai detto 'spetta che mettiamo Robert Englund così tutti guardano lui e nessuno nota che in fondo sono un registino così buttato lì e basta.'
Invece no, l'abbiamo notato.
Mi spiace.

L'occhio del gatto, 1985, Lewis Teague


Se mi date un film horror a episodi il cui filo conduttore è un gatto secondo i miei professionali e competenti canoni di giudizio già dirò che si tratta di un'opera straordinaria.
Poco importa se farà schifo.
La bella notizia in questo caso è che il film non è brutto.
Gli episodi sono 3, dei quali solo i primi due sono tratti da due racconti di A volte ritornano.
Nel primo, Quitters Inc., vediamo un uomo rivolgersi alla ditta che dà il nome al titolo per farsi aiutare a smettere di fumare. I metodi da loro utilizzati si riveleranno, come dire, poco ortodossi.
Il secondo ('Il cornicione') invece ci mostra come una specie di grasso mafioso scommettitore usi il suo vizio delle scommesse anche contro l'amante della moglie. Un episodio abitato da una manica di deficienti che però mi ha intrattenuto piacevolmente, riuscendo anche a farmi provare del sano disgusto nei confronti del nostro benestante 'benefattore'.
Nel terzo, chiamato 'Il Generale', infine, ritorna il nostro beneamato felino, questa volta in veste eroica, in quanto pronto a salvare una giovane e deliziosa bimbetta dalle grinfie di un troll (che, in modo del tutto inaspettato, non si trova nei sotterranei. cit).
Quale sia finito in testa alla classifica lo capite bene da voi.
(No, in realtà ho apprezzato molto il primo corto ma poiché il mio amico felino viene torturato non ho il coraggio di ammetterlo a voce alta.)

Brivido, 1986, Stephen King


Io ti prego Stephen di posare quella macchina da presa e di venire qua a sederti vicino a me. Calmati, questo incubo è finito. Basta, basta.
Film mai più.
Solo solo solo libri.


12 commenti:

  1. Brivido e the Mangler sono due classici delle mie "Notti Horror" li amo (aria) incondizionatamente ;-) Grano rosso sangue è una figata, ma l'occhio del gatto asseconda il mio amore per l'horror antologico ad episodi ;-) Gran bel poste gran bella rubrica.... Cheers!

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    1. io ahimè non sono uscita così entusiasta dalle visioni, eccezion fatta per il gatto!:)
      Grazie!

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  2. Li ho visti tutti e 4 ma su quello che ricordo meglio potrei dire che non mi ricordo un cazzo.

    Il pezzo è ancora ottimo, divertente e interessante, specie per come mi ha riportato alla mente i racconti, letti più di 20 anni fa.

    Sui film non ricordo una fava, già detto.

    Come per Quitters Inc potresti mettere i titoli anche degli altri due racconti?

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    1. Grazie per avermelo fatto notare, correggo subito!
      Meglio dimenticare, credo. Ripensiamo con amore ai racconti.
      Ti ringrazio davvero!

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  3. Ahahah bellissimo post!
    Allora, concordo con te su Grano Rosso Sangue, che è stato uno dei sommi diludendo dell'età adulta. Da un racconto così pauroso e devastante hanno tirato fuori una belinata surclassata da sette seguiti uno più brutto (ed ingannevole: nota i titoli!!!) dell'altro.
    L'occhio del gatto non l'ho ancora visto, chissà perché ma a The Mangler e Brivido CI voglio bene: il primo perché era un caposaldo della mia Notte Horror, quella che guardavo da ragazzina, il secondo perché è stato un caposaldo della mia infanzia nonché uno dei pochi film di cui sono riuscita a vedere la fine dopo ben TRE registrazioni televisive che si bloccavano sul più bello XD

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    1. Grazie**
      Eh ma vedi, c'è la componente affettiva, quella imbroglia sempre. Io me li sono coccata da grandina, mi hanno fregata!

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  4. Di questi 4 me ho visto uno solo, ovvero il peggiore: Brivido. King deve stare alla larga dalla macchina da presa e non parlare di cinema (sul quale fa numerosi strafalcioni).

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  5. La mia piccola perla agghiacciante, parlando di abomini cinematografici collegati a King, è "I sonnambuli". Anche questi quattro, però, bisogna ammettere che sono abbastanza "da record"! XD
    Comunque sono d'accordo con te: il Maestro eccelle nei racconti (o romanzi brevi), raggiungendo risultati persino superiori ai suoi romanzi. Non solo "A volte ritornano", ma anche "Notte buia, niente stelle" e (soprattutto) "Stagioni diverse" rientrano nel novero delle opere di King che preferisco in assoluto! :)

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    1. Ciao Sophie e benvenuta!
      Ti dirò che il mio cuore appartiene a 'Scheletri', ma anche quelle che hai citato tu sono raccolte splendide!

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  6. Ho amato così tanto la raccolta di racconti (ma tanto tanto), che non ho neanche provato a vedere le pellicole ad essi ispirate. A quanto pare, non mi sono sbagliata di molto...

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    1. Rimani pure all'oscuro e continua ad amare il libro che almeno lui ne vale la pena!

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