sabato 8 aprile 2017

#CiaoNetflix: 13 reasons why

Netflix è tornato, sia lodato Netflix!
Connessione nuova fiammante e il mio servizio preferito di nuovo in funzione che ho voluto onorare con un binge watching come non ne facevo dai tempi di Stranger Things. 



13 reasons why è una serie che temevo fosse la Pretty Little Liars del 2017. Mi sbagliavo, perché da Netflix non ci lavorano dei babbi.
Parla di Hannah, una diciassettenne che si è tolta la vita. Prima di suicidarsi, però, ha deciso di registrare 13 cassette nelle quali confidare i motivi del suo gesto, e di farli girare tra alcuni compagni di scuola, tutti in parte responsabili della sua decisione.

Alle superiori ci siamo andati tutti quanti e ne siamo bene o male sopravvissuti. Se la vita sociale di un liceo americano è molto diversa da quella di un istituto italiano (almeno per come l'ho vissuto io), ci sono enormi e tristi somiglianze tra quello che i media ci mostrano delle famose high school statunitensi e la vita di paese, soprattutto se come me si vive in paesini che si aggirano intorno alle 3000 anime. Tutti conoscono tutti, anche quando non ci si conosce affatto, tutti sanno tutto di tutti (o almeno credono, ma non è questo quello che conta), e soprattutto tutti giudicano tutti.

Indicativamente al minuto 5 abbiamo capito tutti dove sarebbe andata a finire la serie. Quale sarebbe stato l'evento scatenante, la famosa goccia traboccavasi. E va bene così, non è il reveal il punto. Il punto è che 13 reasons why va preso così com'è e fatto girare in ogni scuola. Anche già dalle medie, va benissimo. Perchè si parla di qualcosa di cui è fondamentale parlare sempre, ma la cosa più importante è come ci si arriva.

SPOILERS ARE COMING.
tante parolacce pure.

Fin dal primo episodio Hannah, che ricordiamolo è morta, viene riempita di accuse. Bugiarda, attention whore...intuiamo subito che i nastri contengono qualcosa di grosso, ma ci arriviamo col tempo, passando per una serie di molestie che tutte le donne almeno una volta nella vita hanno provato e che sembrano meno rilevanti.
Hannah è stata presa in giro da un ragazzo che le piaceva, una sua foto è stata diffusa contro la sua volontà e sottoposta al pubblico giudizio. Chi è stato mal giudicato in quel caso? Lui? Il ragazzo bello e popolare? Ma no, chiaramente. Quella da prendere in giro era lei. Inizia tutto così, da una foto fatta girare per la scuola. Si prosegue con accuse di essere una ragazza facile, perchè la serie ci ricorda chiaramente che un maschio può fare il gran cazzo che gli pare ma non sia mai che una si diverta. Zitte mute in un angolino. Non datela a nessuno, così poi vi chiamano fighe di legno. Oppure datela a qualcuno tanto per, e siete zoccoloni da combattimento.
Il fatto che Hannah facile non lo fosse non conta poi granchè. Era quello che la gente pensava, e tanto bastava a renderle la vita un inferno.
Siccome la gente ha iniziato a parlare, allora, altri ragazzi della scuola credono sia opportuno infilarle la mano in mezzo alle gambe al primo, idiotissimo, appuntamento. Tanto te la dà, no?
Passiamo poi per lo stalking, per la vita colma di paranoia di qualcuno che si trova un pazzo che ti fotografa sotto la finestra.
In mezzo a tutta questa spazzatura, amicizie false e che si rompono, la solitudine di chi non ha nessuno a cui rivolgersi e l'ipocrisia di chi ti si dichiara amico per poi contribuire alla tua rovina.
Infine, lo stupro. Prima all'amica, poi a lei. Come dicevo, quasi lo aspettavamo. Lo stupro che in questo caso è anche un pretesto per parlare di quello che succede intorno alle vittime, più che alle vittime stesse. Certo, qua una si dà all'alcool e l'altra si ammazza, quindi credo sia piuttosto evidente la vita di una vittima. La macchina che si muove intorno a loro, però, è quella cosa di cui dobbiamo parlare. La vittima la dobbiamo aiutare, ma il contorno lo dobbiamo denunciare.
Abbiamo insegnanti incapaci di gestire una violenza, figuriamoci una vita spezzata. Il pensiero principale è non perdere il lavoro, mantenere la facciata di scuola attenta ai suoi studenti e che non si lascia scappare niente, ma nessuno ad accorgersi che una studentessa è arrivata a scuola ubriaca. Nessuno ad accorgersi che un coglioncello (che poi si rivelerà più pericoloso dei suoi ben più temuti compagni) gira per la scuola scattando foto a persone ignare. Ma paghiamo fior fiore di avvocati per coprire la nostra facciata di professionalità.
Hai voglia poi a farti vedere a piangere.
Abbiamo ragazzi che coprono l'amico stupratore accampando motivazioni che pur facendo riflettere non sono e non saranno mai sufficienti, abbiamo un branco di adolescenti che pur di proteggere il proprio futuro decide di spalare merda su qualcuno che un futuro non ce l'avrà a prescindere. È allarmante, e lo è ancora di più il fatto che nemmeno per un istante io fossi sorpresa.
Di fianco a queste cose incredibilmente grandi e terribili, ci sono violazioni più piccole: l'amica che parla male di te per coprire la sua omosessualità, il collega che pubblica di nascosto un tuo lavoro dimostrando la sensibilità di un piede quando si addormenta, l'altra che ti schiaffeggia perchè pensa che tu le voglia rubare il ragazzo.
Statisticamente, che tutte queste cose accadano ad una sola persona è improbabile. Non impossibile, ma quantomeno complesso. Ma non è questo l'importante. Il ritratto della società adolescenziale che ne esce è tremendamente fedele, ed è spaventoso.
Per farvi un esempio, quando ero adolescente, quindi fino a tipo 5 minuti fa, nel mio paese c'era questa moda: se una ragazza andava con tanti ragazzi per prenderla in giro si diceva che aveva una squadra. Che ne so, di calcio, di basket. La squadra si chiamava con le iniziali della ragazza in questione. Il tono di perculo con cui queste ragazze (ne ho in mente in particolare due) venivano chiamate oggi mi fa accapponare la pelle. Chissà se allora mi rendevo conto di quanto disgustoso fosse.
È per questo che serie come 13 reasons why andrebbero proiettate nelle scuole, mostrate in circoli, associazioni giovanili, ovunque. Che siano uno spunto di comunicazione, di insegnamento, di riflessione.

Se pensate che la visione di 13 reasons why mi abbia reso incattivita, dovreste vedermi quando parlerò di Suffragette.

8 commenti:

  1. Non ti so dire. Lo sto seguendo e mi piace, sì. Oggettivamente non è il classico teen drama della CW. Però mi sembra un contenitore a tavolino di temi caldi, e la ripetitività della struttura non giova troppo a queste serie Netflix. Ho visto quattro, cinque episodi in una volta e ora sto rallentando volutamente. Non tanto mi convince, anche se dà da pensare. Vedremo il finale.

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    1. Gli riconosco indubbi difetti (in alcuni punti la scrittura non mi ha entusiasmato, per esempio), ma tratta talmente bene i temi che mi stanno più a cuore che gli perdonerei ogni cosa! Il finale è interessante, mi saprai dire che cosa ne penserai tu!

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  2. Vista anch'io molto velocemente. La struttura è super accattivante, ma poi ho cominciato a vedere che lo han visto un po' tutti con un super intento educativo dietro. Sinceramente non farei vedere questo nelle scuole! Per molte ragioni, le argomenterò a breve da me.
    Può far discutere, ok.
    Ma secondo me è giustamente VM14, quindi alle medie proprio no, ma in generale non sceglierei questo per fare un discorso educativo a dei ragazzi.

    Io l'ho apprezzato come intrattenimento.

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    1. Che l'intento pedagogico sia voluto o meno, il risultato è un messaggio molto forte e risuona pesante. Se a darlo è un prodotto nato a solo scopo di intrattenimento ancora meglio! Verrò senz'altro a leggere le tue argomentazioni, mi interessano molto.

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  3. È lì che mi attende, prima debbo terminare 12 monkeys

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    1. Non ho idea di cosa sia! Sono mancata da troppo da netflix!

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  4. Avrei preferito che non ci fosse lo stupro di mezzo perché rende tutto più ovvio (compreso il punto chiave della storia ovvero il suicidio di Hannah) spostando l'attenzione della produzione dalle motivazioni psicologiche di Hannah, che a questo punto sono molto più comprensibili e scontate, al mistero che sta intorno ai fatti.

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    1. Io non l'ho interpretata così. Hannah si è tolta la vita per un milione di ragioni, lo stupro è solo l'ultima in linea temporale, per come l'ho vista io. È arrivata a quel punto lì già molto provata, e non ha saputo gestire l'ennesimo colpo. Ma a questo punto è solo una mia interpretazione:)

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