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martedì 28 agosto 2018

Notte Horror 2018: Splatters, Gli Schizzacervelli

21:00
La Notte Horror è l'evento più bello della blogosfera.
Per tutti i martedì d'estate ci impossessiamo dell'internet e parliamo di orrore, quindi per me è sempre una grande festa.
Io quest'anno sono in chiusura, con Alessandra di Director's Cult, per i motivi del post precedente. E non potevo che chiudere con Peter Jackson.



Splatters racconta di una scimmia - ratto, di una coppia funestata da una sorte infelice, e di un ninja di Dio.
Ed è tutto quello che ho intenzione di dirvi.

Se una persona se ne esce un giorno con 'Oh ma lo facciamo un film in tre parti da Il Signore Degli Anelli?' quello che verrebbe da fare è prenderlo e rinchiuderlo. Non perché non ci siano speranze, ma perché è una roba da matti. Il risultato è stata una delle più magistrali trasposizioni cinematografiche mai realizzate, ma questo non smentisce la condizione iniziale: essere completamente, irrimediabilmente, fuori di testa.
Avremmo dovuto saperlo, che Peter era un folletto malefico e matto.
E avremmo dovuto saperlo perché prima de Il Signore Degli Anelli c'è stato Splatters. 

Mettiamo una sera di fine estate.
Divano, clima acceso, amici cazzoni. Niente patatine perché porco cane il film fa schifo davvero, non consiglio il consumo di alimenti.
Splatters sulla tv.
Io sono certa che mi divertirei come una cretina.
Perché il condizionale?
Perché i miei amici (che pur amo con tutto il mio cuore) non sono così cazzoni da lasciarmi scegliere una meraviglia della comedy horror, talmente disgustosa che non si può far altro che piegarsi in due. Peter Jackson non si ferma davanti a niente, non ha certo paura di inorridire le signorine nè di esagerare. La prima mano mozzata è al minuto 3.  Da lì in avanti è un susseguirsi, senza un secondo di tregua, di scene una più ripugnanti dell'altra, in una sorta di gara con se stessi per vedere fin dove ci si spinge. Morti che si gonfiano ed espellono sostanze verdi misteriose, cani divorati da anziane nonnine, amplessi zombi con labbra mozzate, preti che fanno kung fu.

Un tripudio di purissima idiozia neozelandese, che non si prende sul serio nemmeno per sbaglio, che non ha paura di esagerare perché parte volendo esagerare, e lo fa con un entusiasmo che è una gioia per gli occhi.

Più Splatters per tutti.

mercoledì 28 ottobre 2015

Non solo horror: Amabili resti

09:46
Netflix è arrivato, sia lodato Netflix!
Per essere fuori da manco una settimana il catalogo è piuttosto interessante, ci sono dei documentari che mi cuorano gli occhi al sol pensiero.
Documentari, capito? Sto invecchiando, per forza.

Tra i vari film proposti mi sbuca lui, Amabili resti, a cui facevo la corte da un po', precisamente da quando ho conosciuto la malefica Saoirse Ronan in Espiazione, che tu piccolo mostro possa essere eternamente maledetto.

In AR la mia nemicissima Ronan (scherzo, è brava brava brava) interpreta Susie, una ragazzina violentata e uccisa da un vicino di casa. Dopo la morte non troverà la pace, ma rimarrà bloccata in un limbo da cui sorveglia i famigliari, Quello che vuole è essere vendicata.


Partiamo dalla solita premessa personale di cui può anche non fregarvene niente ma che serve a me.
Sabato pomeriggio è morta una ragazzina del mio paese, una ragazzina dell'età di mio fratello. Qua da noi li chiamiamo 'coscritti'. Non la conoscevo personalmente più di tanto (per quanto ci si possa non conoscere in un paesino di 3000 anime), ma da lontano l'ho vista crescere. Ho sempre accompagnato io mio fratello (che, se non ve l'ho mai detto, si chiama Kevin) nel suo percorso scolastico (e non), per cui ho avuto modo di vederla a 3 anni, mentre faceva l'asilo, entrare alle elementari, e poi alle medie, e poi quest estate, in procinto di diventare una ragazza splendida. E l'ho vista mancare, sabato scorso. Kevin ha dovuto per la prima volta scendere a patti col fatto che si può morire a 16 anni, che gli incidenti e le notizie del tg non sono cose lontane, che accadono a chiunque, in un  modo completamente inaspettato, come se la sorte pescasse da una grande boccia. E ha dovuto scenderci a patti in un momento di grande fragilità, mentre è ricoverato in ospedale.
E per la prima volta la morte di una persona che non mi era amica mi ha colpito così duramente, Perché aveva l'età di Kevin, ha fatto ogni scuola con Kevin fino alla terza media, e mentre ora lui è in ospedale (ma sta bene, nessun allarmismo) a rognare perché vuole tornare a casa, a lei questa scelta non è stata data. Ed è devastante. Inimmaginabile.

Scegliere di vedere Amabili resti proprio in questo momento è stata forse una scelta un po' azzardata, perché ho il cuore e la mente offuscati e confusi, ho avuto momenti di grande intensità in cui mi chiedevo quale potesse essere il senso di amare qualcuno così tanto quando può esserti tolto in qualsiasi momento, trascinando la tua vita in un becero e miserabile continuare senza scopo. Poi mi sono ricordata che alla regia ci stava Peter Jackson, che considero una persona molto intelligente. Sapevo non avrebbe fatto del marcio giornalettismo con immagini strazianti di mammà e papino in lacrime, non avrebbe ostentato il dolore. Non mi ha deluso, è sempre molto elegante.
Certo, la sofferenza è molto presente, ma non ne siamo mai sopraffatti fino al disgusto, qua non parliamo mica di Barbara D'Urso. Non avrei potuto sopportarlo.


Con queste premesse, penserete che il film mi abbia emozionato molto.
Ecco, no.
Avrei tanto voluto che lo facesse, in questi giorni ho bisogno di uno di quei pianti liberatori che ti alleggeriscono lo stomaco, invece niente. Pur riconoscendo alcune scene come bellissimi momenti di cinema, il mio cuore è rimasto freddino (il che mi lascia perplessa, sapete quanto l'argomento stupro sia importante per me). E per quanto abbia trovato interessante la parte del caso da risolvere, forse la parte più thriller, ho avuto il latte alle ginocchia per tutta la parte dell'aldilà. Premettendo che non credo nella vita dopo la morte e nemmeno in paradiso/inferno e tutte quelle cose cattoliche lì, il vero punto è: avevamo davvero bisogno di questo bagno termale nella computer grafica, Peter? Io credo di no. In quanto figlia degli anni 90, la tecnologia non mi spaventa, non odio la CGI a prescindere come presa di posizione hipster, ma ragazzo mio, perché? Perché così, perché anche in momenti in cui non era affatto necessaria? Hai dato un valore aggiunto alla pellicola?
È proprio così che ti immagini l'aldilà, Peter? È così che lo sogni?
Riconosco che, in un momento in cui la mia mente è così pervasa da pensieri riguardanti la morte, la morte dei giovanissimi, Amabili resti si è insinuato su un terreno fragilino, aiutando queste mie riflessioni a crescere, anche se temo che non arriveremo mai ad una risoluzione.

Non si scende a patti con la morte. Non la si capisce, non la si accetta.
Specialmente quando avviene così.
In una stracavolo di scena piena di computer grafica che mi pareva di stare a guardare un benedetto Polar Express!


(Spoiler: non parlo della morte di Susie)

domenica 15 dicembre 2013

Non solo horror: Lo Hobbit, La desolazione di Smaug

12:50
(2013, Peter Jackson)


Guardate l'anteprima del video. Quello lì non è sputato ad Orlando Bloom?
Invece no, è Luke Evans.
Alias Bard, quello che se avete letto il libro sapete poi cosa fa, non un personaggino da nulla, ecco.
Ma almeno potevano sceglierlo che non sembrasse Legolas dopo il parrucchiere, tutto qui.

Bilbo, i nani e Gandalf sono ancora in viaggio per la riconquista della Montagna Solitaria, e nel mentre gli succedono un sacco di cose.
Cose che non vi racconto perchè se no vi dico tutto.



La mia teoria sui libri di Tolkien è che siano incredibili (un po' lunghini) e intensi trattati sull'amicizia, sviscerata in tutte le sue forme. Che poi ci abbia creato intorno un MONDO può anche passare in secondo piano. Ma il modo in cui lui è riuscito a trasmettere l'affetto è caldo.
La prima, enorme, pecca dei film di Jackson (ma parlo solo dei due Hobbit, non del Signore degli anelli) è quella di essere film freddi. Epici, con scenari mozzafiato, azione quasi costante, ma emotivamente quasi vuoti.
Ci sono 13 ometti, con le carattestistiche più sparate, che insieme ne vivono di OGNI, e che soprattutto percorrono un percorso così ostico per lo stesso, importantissimo motivo. Eppure ad ogni inquadratura sembravano messi lì, accozzati insieme senza motivo apparente.
Eppure chi ha letto il libro sa che i nani sono ormai una famiglia, alcuni di loro anche in senso letterale. E non mi è piaciuto che Jackson abbia trascurato la componente emotiva.

Certo, quando Kili non può proseguire il viaggio qualcuno si ferma con lui, ma voglio dire, quello è il minimo.



Altra grande cosa BRUTTA è Sauron. Oh vacco che brutto. No no no, perché? Che bisogno c'era? Era più che sufficiente l'immagine di lui che avevamo già, grazie.
Il passo falso te lo perdono, però adesso basta, vero? Archiviamo la parentesi CGI e facciamo finta che non sia mai esistita. Appoggia il pc, Peter, con calma, appoggialo lì.
Così come brutta era l'Evangeline Lily che non c'azzeccava niente, l'hanno scritta male, con lo spessore di un foglio di carta, brava nelle scene d'azione quanto potrei esserlo io (che sono una pippa), e anche abbastanza antipatica. E sì, lo so che lei non è davvero brutta, era per dire.
Restando nel capitolo 'elfi che non voleva nessuno' credo che Jackson inserisca in ogni film un personaggio della trilogia precedente (Gandalf escluso, chiaramente) per creare una sorta di fil rouge. Lo credo, perché se non fosse così allora non capirei la presenza di Legolas.

A parte ciò, il film conferma lo spettacolo visivo che aveva caratterizzato il primo episodio della trilogia. Se lo dovete guardare a casa non guardatelo neanche. Tutti i film sono studiati per la visione in sala, ok, ma questo secondo me visto in qualsiasi posto che non sia un cinema perde tipo metà del suo valore. Tolkien aveva ideato un mondo splendido, ma tantissimo merito va al Peterone che l'ha reso così bene. Brao, brao.
Menzione speciale alla scena di Bombur nella botte perché ho riso fino alle lacrime e non riuscivo a smettere.
Il risveglio di Smaug è esattamente come lo volevo, e Luca Ward è Luca Ward e basta, il risveglio delle ovaie di tutte le donne del mondo, una voce che ce l'ha lui e basta.
Del mio amore per il personaggio di Bilbo avevo già parlato qui, e confermo anche che Richard Armitage, noto ai più come Thorin Scudodiquercia è carismatico come il Mago Otelma.
Balin tutta la vita.



Detto ciò, io vorrei che tutti voi vi prendeste un mese della vostra vita per leggere Tolkien. Perché scrittori come lui non ne esistono. Non ne sono mai esistiti altri così.
I gossip recenti dicono che anche un certo Dio ha creato un universo intero, una volta.
Non per fare confronti, ma quello di Tolkien mi piace un po' di più.


PS: Sentite Ed Sheeran che canzone ha tirato fuori. Uno splendore.


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