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sabato 29 settembre 2012

Martyrs, Pascal Laugier

09:33

Titolo originale: id

Anno: 2008

Durata: 97 min.

Me tocca fà la recensione seria.

Premetto che io mi accingevo a guardare questo film con un odio di partenza verso i torture porn. E già immagino: 'Ma che, è un film come Saw?' No, decisamente no. È però vero che parliamo di un film con un livello di violenza come non ho mai visti prima. Mi ha costretta a girare la testa, più volte. Soprattutto perchè non è solo violenza fisica come si può vedere nei vari Hostel, ma è unita ad una tale sofferenza mentale che è inimmaginabile, nelle nostre vite 'normali'. E meno male.

Tenuta prigioniera per due anni e sottoposta a orribili sevizie, Lucie riesce a scappare. Viene portata in una clinica, dove stringe un legame fortissimo con Anna, una ragazzina della sua età. 15 anni dopo, ritrova la famiglia che le aveva fatto del male, e ora si vuole vendicare.
 
 
 
 

Sfido chiunque a restare indifferente a questo film. È un unione di dolore fisico indescrivibile, grandi quesiti etici che 2000 anni di catechismo cattolico non hanno risolto, violenza psicologica distruttiva, sincero valore di un'amicizia che supera ogni cosa, studio del modo in cui la mente umana affronta la sofferenza..è pazzesco. Ma andiamo con ordine.

Inizia il film, e vedi questa ragazzina, Lucie, così sofferente, così turbata, così problematica, che non puoi fare altro che domandarti che cosa cavolo le abbiano fatto per ridurla così e provi una pena indicibile, e una gran rabbia, per quello che l'uomo può fare. Poi arriva l'amica, Anne, l'affetto, l'umanità, il calore umano, e pervade un senso di speranza. Ok, ha avuto un passato tremendo, ma sta cominciando ad aprirsi al mondo, può avere un futuro radioso. E invece no, chiaramente. Ma tra loro due, nel bene e nel male rimane questo legame che è commovente. Se da un lato la figura di Lucie è così complessa e disperata, dall'altro Anna è generosa, umana, compassionevole. Due interpretazioni tra le migliori che io abbia mai visto, assolutamente strepitose. (Anna è interpretata da Morjana Alaoui, Lucie da Mylène Jampanoi.) Dopo 15 anni di serenità viene rintracciata la famiglia che ha causato tanto dolore, e tutto riemerge, tutto il trauma subito risale in superficie e quando sei così ferito non puoi che lasciarti sopraffare. Quindi scatta l'empatia. La vendetta è sbagliata, ma come si può biasimarla?
 
 
 
 

Lucie commette un atto terribile, per liberarsi di tutto quello che ha dentro, ma non si può provare altro che ancora pena, per lei e quello che ha subito. Il film prosegue, e si succedono dolore, stupore, incomprensione, frustrazione, altra rabbia, disgusto, dubbio, inquietudine, rassegnazione. Durante la visione non c'è un attimo di tregua, è un susseguirsi di grandi emozioni che dura solo un'ora e mezza. (E per fortuna, di più non avrei potuto sopportare.)

Vorrei poter dire che c'è un crescendo, che si arriva gradualmente alla parte violenta, ma non è così, è paralizzante da subito. Niente introduzioni, niente sviolinate, niente presentazioni. Cinque minuti e sei già sconvolto. Ma solo perchè non sai cosa succede dopo, ancora peggio. Non ci sono perdite di tempo, è crudele anche il modo in cui si vive da subito questa situazione assurda, anche attraverso i ricordi di Lucie. La cosa migliore, poi, è che i dialoghi non sono mai troppi. Sono esattamente quello che immagino direi io in una situazione del genere. (Spergiuri vari.)
 
 
 
 

Arriva un punto, poi, in cui Anna scopre cosa era successo all'amica durante la sua prigionia, e in quel momento pensi che sia finita. Ma no, altro vortice. Tutto questo circolare di emozioni che nella seconda parte del film si concentra sulla domanda. 'Cosa c'è dopo la morte?' ma soprattutto: 'Cosa è disposto a fare l'uomo per saperlo?'

Il tutto conduce a un finale assolutamente azzeccatissimo, anche se, ammettiamolo, un po' paraculo.

97 minuti di film che non conducono a nulla, ma è giusto che sia così.

Non so se dormirò bene, stanotte.


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