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mercoledì 12 giugno 2013

The descent, Neil Marshall

16:17


Titolo originale: The descent

Anno: 2005

Durata: 99 minuti.

Trailer:



Di fronte alle parole 'Budget limitato' mi sale sempre un brivido lungo la schiena.
Abbiamo due possibilità: una cagata pazzesca (semi cit.) o un film che fa quasi gridare al miracolo.
The Descent appartiene, oltre ogni ragionevole dubbio, alla seconda categoria.

Siamo sui Monti Appalachi, in compagnia di 6 giovani donne: Juno, Sarah, Beth, Rebecca, Holly e Sam. Una di loro ha subito il più tremendo dei lutti, e dopo qualche tempo le sue amiche organizzano una gita e decidono di darsi alla speleologia.
 
(Amiche mie, se leggete, qualunque cosa mi succederà mai nella vita non portatemi a girare nelle grotte, grazie, vivogliobene<3)

Insomma, partono per questa escursione, ma non molto tempo dopo essersi inoltrate nei vari cunicoli, realizzano che Juno, che le stava guidando, le ha condotte in una serie di grotte mai esplorate prime, di cui non esistono cartine e prive di indicazioni per uscire.


Ma andiamo con calma e torniamo all'inizio.
La figlia e il marito di Sarah muoiono in un incidente stradale. L'escursione avverrà un anno dopo, ma è tangibile la sensazione di disagio che provano le amiche nel confronto con lei, si vuole sempre essere delicate, ma la gaffe è dietro l'angolo, bisogna misurare le parole, stare sempre attente a lei, ai suoi sentimenti e al dolore che si porta dentro.
Aggiungiamoci poi che Juno aveva una relazione con suo marito, e che Beth se proprio non lo sapeva con certezza di certo l'aveva intuito ma non l'ha mai rivelato.

Insomma, il clima non è dei più semplici, anche se all'apparenza le ragazze sono sorridenti ed entusiaste.

Inizia l'escursione, ma è chiaro da subito che qualcosa non va come dovrebbe. Inizia la discesa, ma una piccola frana chiude l'entrata che avevano percorso le ragazze, che quindi dovranno cercarne un'altra. Peccato che la sagace Juno, il cui nome passerà agli annali come uno dei personaggi più odiati dalla qui presente Me, abbia pensato di fare uno scherzone alle sue amiche portandole non nel posto che avevano previsto ma in altre grotte che nessuno aveva esplorato prima, sto avanzo di cretina.

E io vi avviso già da ora: prendete grandi e intensi respiri nella prima mezzora di visione, perchè poi vi dimenticherete di respirare. Se non soffrite ancora di claustrofobia, vi verrà. E se non avete ancora paura del buio (ma non capisco come sia possibile non averla) ci sono ottime probabilità che finirete col dormire con l'abat-jour accesa.


Le nostre amiche iniziano a farsi male, ad essere stanche. Una si rompe una gamba, l'altra si taglia, olè, il festival delle fortunelle. Ma se vai in una grotta, benedetta ragazza, non è come starsene in una Spa di lusso.

Quindi, il film è a metà, le ragazze sono a pezzi, disperate perchè non si sa come e quando riusciranno a uscire, nessuno le sta cercando. . le cose possono andare peggio?
Eccome se possono, e qui sta la grandissima infamità di Marshall. Perchè quello che vedete nella foto sopra non è una donnina poco fotogenica, è un mostro. Che vive due miglia sotto terra, al buio e che non solo desidera nutrisi delle belle giovini ma, soprattutto, non è solo.
Ce ne sono una marea.
E le sei, nelle condizioni che vi elencavo prima, devono anche affrontare sti elementi e cercare di uscirne vive.

L'ultima, crudele, mezzora di The Descent è memorabile. L'animo umano che affronta cose orribili è reso nel suo aspetto meno nobile ma più reale (sperare che le creature rincorrano qualcun'altra, basta che si allontanino da noi, per esempio) e lo spettatore non può che dire: 'Ok, sei un infame, ma chi ti biasima?'


Sangue come se piovesse, citazioni dei grandi (l'avete vista Carrie, vero? L'avete vista?), splatter che chi più ne ha più ne metta, per arrivare al tremendo, crudele e alquanto bastardo finalone. Lasciate stare la versione americana, cercatevi quella europea (perchè il film è inglese) e restate a bocca sbarrata.


Ma poi dico, americani, guardate abitualmente Jersey Shore ma la fine di The Descent è troppo per voi?

domenica 25 novembre 2012

The Hamiltons, Mitchell Altieri e Phil Flores.

10:40

Titolo originale: The Hamiltons
Anno: 2006
Durata: 86 min.
Trailer:





Intanto, la trama: ci sono 4 (?) fratelli che sono uno messo peggio dell'altro, rimasti orfani. Vivono da soli, traslocano spesso, ricevono frequenti visite da un assistente sociale (l'assenza di apostrofo è voluta, l'assistente sociale è un uomo.) e nel tempo libero uccidono delle ragazze nella loro cantina.

Considerato che di giorno alcuni di loro fanno i macellai, hanno la manualità giusta.

Perchè dico che sono uno peggio dell'altro?
Il maggiore è David, macellaio omosessuale che fa la parte del fratello adulto e responsabile.
Vengono poi i gemelli Wendell e Darlene, che se la fanno tra di loro. E qui avrei dovuto spegnere il film, per quale razza di motivo non l'ho fatto proprio non lo so.
Ultimo è il disagiato Francis, che gira costantemente con una videocamera a spiare quei tre malati dei suoi fratelli.
Non che lui stia bene, sia chiaro.





Sono interpretati da 4 attori (rispettivamente Samuel Child, Joseph McKelheer, Mackenzie Firgens e Cory Knauf) che non hanno brillato, ma nemmeno oscurato troppo. Diciamo né carne né pesce.

Da metà film in poi, per fortuna, il tono cambia.

La prima parte è assolutamente brutta, mal realizzata, e il fratello maggiore col grembiulino non si fa proprio guardare. Troppe scene di cui si sarebbe volentieri fatto a meno, che non hanno fatto altro che far perdere qualità ad un film che altrimenti non sarebbe stato poi disingrato. Due fratelli che si baciano, così appassionatamente e con tanta lingua che neanche Gene Simmons, proprio non si riesce a mandarli giù. (No, non ho visto 'The dreamers' e non lo guarderò.)


 
 
 

Da metà in poi per fortuna c'è una risalita di tono, si scopre la notizia che sta dietro a tutto i film, si capisce che tutti i comportamenti dei fratelli sono giustificati da qualcosa che loro non possono controllare (l'incesto no, quello lo potrebbero controllare, scusa!) e che li rende un po' più umani agli occhi dello spettatore. Si arriva ad un punto in cui si prova pietà per loro, si cerca di comprendere come ci si comporterebbe al posto loro.
Il bilancio quindi è piuttosto neutro, le negatività hanno bilanciato le positività, ma nessuna delle due ha prevalso sull'altra.




La nota negativa è che troppe domande sono rimaste senza risposta, e a me questa cosa fa alquanto roteare le sfere lunari, perchè non è che posso ogni volta mandare una mail al regista per farmi spiegare perchè cavolo le ragazze le tenevano incatenate in cantina invece che farle fuori subito. Maledetti sadici.
Una ragazza stava là, legata con le braccia per aria, che Dio sa quante formiche alle mani le sono venute, sta morendo perchè non mangia e beve da giorni e Francis le porta una lattina di Coca Cola. Ma dai.

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