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giovedì 7 gennaio 2016

Mi metto in pari: Deathgasm

16:36
Due giorni fa parlavo di un macigno emotivo, un film lento ed elegante.
Io l'unica cosa elegante che ho sono i gatti. E poi in realtà non lo sono manco loro.
Per cui dovevo rimediare. Dovevo riportare del sano panesalamismo in questo blog color del sangue. Per accostamento cromatico mi pareva corretto parlare di un film, sempre tra quelli dell'anno scorso che devo recuperare, che ha messo d'accordo quasi tutti: Deathgasm.

Brodie è un adolescente amante del metallo che si trasferisce a casa degli zii. La passione per la musica è la sola cosa positiva nel complesso della vitaccia del nostro: vittima dei bulli a scuola, amici pochi e superloser (capirete che assistere ad una partita di Dungeons and dragons quando tu immagini te stesso suonare sulle rocce con donnina nuda e avvenente appresso non sarà mai un'esperienza gradevole), madre ricoverata in istituto psichiatrico. Con quei due poveri cretini dei suoi amici e con l'ausilio di una nuova conoscenza che condivide con lui i gusti musicali fonderà una band, ma gli va male anche stavolta.


Penso di essere una dei pochi blogger ad avere visto questo film non avendo mai amato il metal. Sono una pippa, che volete che vi dica. Riconosco il talento di alcuni musicisti, ma proprio non è la mia cup of tea. 
Non so se amare il genere in questione, che in questo caso è uno dei protagonisti della vicenda, mi avrebbe fatto piacere ancora di più il film, ma vi garantisco che non è una condizione necessaria.
Non impressionarsi di fronte al sangue invece lo è.

Perché qua di sangue ce n'è a secchiate. 
Ma non è che ce lo propinano subito, no. Prima abbiamo il metalhead che di duro ha solo la custodia della chitarra. Entrato in un nuovo (orribile) ambiente familiare, a cui mi sento di dire che se il povero cristo fosse stato davvero satanista vi sarebbe stato benissimo, stupidi bigotti, nuova scuola, nuovi amici, circostanze che come vi ho già raccontato conosco (e odio) benissimo. Vuole suonare la chitarra ma non è proprio bravissimissimo, gli piace una ma è proprio la morosa del cugino bullo.
Meno male che ha la passione per la musica a tenerlo in piedi perché qui avremmo gli estremi per una diagnosi di depressione.
Poteva, al nostro povero sfigato, andare bene almeno la band che ha formato?
Ma figuriamoci.
Suona ed evoca dei demoni che prendono possesso di tutta la cittadina.
Chiaramente.


Da questo momento iniziano le botte da orbi.
Vibratori nelle orecchie, motoseghe nel sedere, sberleffi a suon di dildo giganteschi, esageratissime e volgari. Ma quanto si ride? 
Posseduti che sembrano zombi, teste scollate dal collo con tutta la colonna appresso, sembrava di stare dalle parti di Dead Snow.

Se avete altri amici amanti del genere, ve ne prego, guardatelo insieme. Pizza, birra e Deathgasm. Che io ieri sera li avevo entrambi ma con i miei amici guardavo Aldo, Giovanni e Giacomo. 
Se gli faccio vedere una roba del genere mi mollano, più sola e sfigata di Brody.



giovedì 29 gennaio 2015

Dead snow

11:20
(2009, Tommy Wirkola)

Due giorni fa si celebrava la giornata della memoria.
Io, però, non me la cavo bene a gestire queste cose: non so mai cosa dire.
Io uso l'ironia, per demolire chi non reputo degno del mio rispetto.
E infatti.

Quando ho scoperto dell'esistenza di questo film ho pensato che l'idea degli nazizombie fosse assolutamente geniale. Rispecchia in modo abbastanza preciso l'immagine dei nazisti che ho creato nella mia poco seria e storicamente imprecisa mente.
Persone prive di anima e cervello che avanzano lentamente ammazzando quanti più esseri umani gli riesce.


Ecco, c'è da dire che questi, di zombie, corrono.
E corrono per ammazzare un gruppo di universitari che trascorreva le vacanze in una baita, in montagna, in mezzo alla neve.

Non c'è altro che serve sapere per godere di questa chicca che rasenta l'idiozia.

Se inizi un film con il grande classico gruppo di giovani-vacanza-niente linea telefonica-qualcosa va storto, hai più possibilità:
  • fare un Film Di Cacca scegliendo di portarti a casa solo tutti sti clichè comodamente in fila indiana e non portando niente di nuovo/interessante (scelta tutto somamto comoda, ma vigliacca)
  • puntare su un elemento in particolare, che sia la violenza, o la caratterizzazione dei personaggi (ciao Wolf Creek, tvb), o checcavoloneso
  • non prenderti sul serio.

La Norvegia ci soprende con mirabolanti effetti speciali scegliendo di percorrere l'ultima strada.
Il risultato è uno dei film più cazzari, sanguinolenti e hakuna matata che ho visto di recente.
E' una scelta rischiosa, i puristi degli zombie movie potrebbero non prenderla bene, ma che ridere che fa.
Sceglie di percorrere la strada dell'ironia e la conserva come luce ispiratrice come le madonnine sugli specchietti retrovisori delle auto. Si parte poco seri, si continua poco seri e finisce poco seri ma morti.
Morti peraltro nei modi più disparati, e se pensate che questo sia uno spoiler vuol dire che non avete mai visto un film di zombie, o che siete degli inguaribili speranzosi.

Teste mozzate che volano sui rami spogli degli alberi, dita negli occhi (con tanti cari saluti a Scotty e a Sam Raimi), motoseghe, mitragliatrici e soprattutto tanti, tantissimi zombie che spuntano dalla neve come tanti piccoli e forti fiorellini che sopravvivono alle intemperie nordiche.
Mescolate il tutto con amore e un po' di sadismo, incorporata lentamente una bella colonna sonora e quello che sfornerete sarà un filmaccio.

Un filmaccio, ma a cui si vuole un bene esagerato.


mercoledì 7 gennaio 2015

Shaun of the dead

11:28
(2004, Edgar Wright)

Vi spiego cosa è successo.
Avevo deciso di guardare Il cameraman e l'assassino. 
L'avevo anche iniziato.

Ma sono malaticcia, disgustosamente malaticcia.
E siccome la mia testa al momento mi pare una gonfia ed informe massa vuota, a mezzoretta dall'inizio del film mi sono accorta che lo stavo vedendo ma non lo stavo guardando.
Ho quindi deciso di spostarmi su qualcosa di decisamente più leggero, perchè continuo a tossire e mi perdo metà delle battute, mi secca poi arrivare alla fine e scoprire di non avere capito niente.

Ecco perché Shaun of the dead.


Shaun è un grandissimo sfigato. Di quelli che vengono perculati anche dai ragazzini, per intenderci. Vive con l'amico di sempre Ed, e con un altro tizio poco importante bravo solo a rompere le scatole. Ha una storia travagliata con Liz e un lavoro in un negozio di elettronica.
Niente di elettrizzante, sembrerebbe, fino a che scoppia un'epidemia zombie.
E Shaun non se ne accorge.

Cammina per la strada, va nel negozietto di sempre a comprare le cose di sempre, e non si accorge, tanto vive nel suo pianeta sulle nuvole, che intorno a lui ci stanno chiazze di sangue e morti viventi. Se ne accorge quando la situazione è un attimino degenerata, ed elabora un piano per portare in salvo se stesso e i suoi cari. Lo stesso piano che potrebbe elaborare uno qualsiasi di noi in una situazione di pericolo: accertarsi che le persone a cui teniamo stiano bene e cerchiamo di rifugiarci in quello che abbiamo sempre considerato un luogo sicuro: il pub.


Shaun of the dead è uno di quei film curativi.
Giornata storta? Shaun of the dead.
Umore nero? Shaun of the dead.
Influenza e testa pesante come una palla da bowling?  Shaun of the dead.

Perchè è leggero, sì, ma mica troppo. Un paio di scenettine splatter potrebbero infastidire i neofiti.
Perché fa ridere di gusto senza essere affatto idiota. E' un film inglese, mica italiano.
Perché i personaggi siamo noi. Goffi, imbranati, divertenti, orgogliosi, innamorati, pigri, storditi, arrabbiati e poi improvvisamente non più, improvvisatori, litigiosi.
Li amo tutti, dal primo all'ultimo, per il loro essere così perfettamente umani.
Amo che Shaun sia uno sfigato e basta, non di quelli che alla fine si rivelano grandi eroi salvatori del mondo, il suo piano fa schifo e funziona quasi per miracolo. Amo che Ed rappresenti perfettamente la spalla divertente, non sia mai invadente del personaggio principale ma che lo accompagni degnamente fino a fine pellicola. E amo tutti gli altri, degna cornice di una coppia che non si dimentica facilmente.


E amo anche quel quasi happy ending, che scalda il cuore e fa sorridere, un'altra volta.
Anche se la prima volta che l'ho visto ammetto di avere temuto il finale alla Romero e già stavo per piangere.


domenica 28 luglio 2013

Maripensiero: Come ci si diverte da queste parti

11:00
Mi sono resa conto che in una sessantina di post vi ho parlato di cosa mi fa paura, di cosa mi angoscia, di cosa non mi piace, ma mai di cosa mi fa ridere di gusto. Intendo quelle risate per cui ti devi tenere la pancia perché se no ti fa male lo stomaco. Quindi, ecco una carrellata delle scene che mi hanno mozzato il fiato, ma stavolta dal ridere e non dallo spavento.

Sicuramente, non ci saranno tutte, perché più pensi ad una cosa meno ti viene in mente.
Noterete che mi divertono le parolacce e le botte da orbi.
Sono curiosa di sentire le vostre scene cult!

Buon divertimento!

 (The Avengers, 2012)



(Il compagno Don Camillo, 1965)


(Blues Brothers, 1980. Qui potrei linkarvi direttamente tutto il film, perché niente al mondo mi ha mai fatto ridere tanto!)





(Benvenuti a Zombieland, 2009)



(Frankenstein Junior, 1974. Stesso discorso dei Blues Brothers.)



(Le Comiche, 1990)



(Tre uomini e una gamba, 1997)



(Una notte da leoni, 2009)



(Signori, il delitto è servito, 1985)



Grande assente L'armata delle tenebre, che dovrei prima riguardare.
Adesso voglio sapere cosa fa ridere voi!

Con questo post, MRR va in ferie, ci risentiamo tra una decina di giorni!
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 28 febbraio 2013

Non solo horror: Signori, il delitto è servito

19:50

Titolo originale: Clue

Anno: 1985

Durata: 94 minuti

Trailer:



Mi dispiace. Per essermi fatta gli affaracci miei e per aver trascurato qualche giorno il blog, dico.
Ho avuto qualche giorno un po' movimentato, e quindi non sono riuscita a vedere, rivedere e scrivere. Morale, oggi vi DEVO parlare di questo film, che ho visto qualche giorno fa.

Avete mai giocato a Cluedo?

Io e quella manica di bricconi dei miei amici sì, tanto. Tantissimo. In tutti i modi i luoghi e i laghi. Anche nella stazione di Brescia.

Quando uno dei bricconi di cui sopra ci ha rivelato l'esistenza di un film che è la trasposizione cinematografica di Cluedo, chiaramente andava visto. Peccato che io fossi prevenutissima, perchè un'altra delle briccone lo adora, e io e lei abbiamo gusti diametralmente opposti. (Ma solo per quanto riguarda il cinema, per altre cose andiamo d'accordo che è un piacere!)

La vicenda, in due righe, è la seguente: una serie di tizi (sì, quelli del gioco, Mustard, White e compagnia) riceve un invito per una cena. Si ritrovano in questa villa, non si conoscono, e iniziano a morire. L'assassino deve per forza essere uno di loro. La stessa identica cosa dei 10 piccoli indiani, ugualeuguale.



Ebbene, questo film mi ha insegnato che devo smettere di essere prevenuta.

Continuerò ad esserlo, ma mi ha insegnato che è sbagliato.

È un film adorabile!

Cosa lo rende tale?

  1. Tim Curry, il maggiordomo. Può un omino essere così tenero? E ha una recitazione quasi delicata, mi è piaciuto da impazzirci.
  2. Il tutto tremendamente anni Cinquanta che è un piacere per gli occhi.
  3. L'umorismo inglese che oggi ce lo sogniamo. Anche le battute a sfondo sessuale riescono a essere quasi raffinate.
  4. Il fatto che, Wiki dixit, i personaggi arrivano alla villa con le loro auto, che hanno lo stesso colore delle loro pedine nel gioco.
  5. La parte finale, che per ovvi motivi non vi rivelerò. Ma che davvero vale la visione.




Non c'è molto da dire, in realtà. Il film è sicuramente diverso da quello che scelgo di vedere di solito, ma mi ha divertita, mi ha fatto passare una serata sghignazzando e quindi guardatevelo e sghignazzate anche voi.


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