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lunedì 5 dicembre 2016

Kristy

11:15
Mettiamo un sabato pomeriggio noiosetto. I genitori che rognosamente girano per casa ostacolando il senso di libertà, fratello che monopolizza la camera da letto per giocare all'xbox. Ci vuole evasione, e se anche per voi il senso di straniamento dalla realtà più forte si trova con la tensione massacrante, quello che ci vuole è un survival.


Kristy, in particolare, non sarà il film del secolo, neanche per errore, ma sa fare il suo sporco lavoro, ovvero quello di tendere il povero spettatore come la corda di un violino. Capirete che in quanto cremonese questi sono i miei riferimenti maggiori.
Ma chi è Kristy? La protagonista?
No, quella è Justine.
Abbiamo però un gruppo di persone, anime buone come il pane, che, guidati da quella che sembra essere una setta di origine satanica, vanno in giro ad uccidere ragazze per poi pubblicare online il divertentissimo video dell'assassinio. Kristy è l'affettuoso nomigliolo, dal richiamo evidentemente cristiano, con cui le vittime vengono chiamate.

Justine si ritrova da sola in un gigantesco campus universitario per il giorno del Ringraziamento. Amici e fidanzato sono partiti per raggiungere le famiglie, ma lei non può permettersi il biglietto, quindi si gode un primo momento di libertà, con cibo spazzatura e sculettamenti nei corridoi, tali da farmi temere per qualche istante di essere di fronte ad un High School Musical Halloween Special. Quindi capirete che mi sono rilassata, mi sono messa comoda, non mi sono fatta neanche un confortante tè caldo come al solito.
Quando poi ho visto che una dei ragazzi era Ashley Green, che voi ricordate per Twilight ma che da queste parti è nota per quell'abominio di The Apparition, ero pronta per la demolizione.
E invece ad un certo punto è iniziata una caccia all'uomo (alla donna, vabbè) feroce e tesissima, in cui il fatto di trovarsi in un gigantesco isolato campus non ha dato senso di dispersione ma quas, al contrario, di claustrofobia. Io mi sarei suicidata istantamente, mi sarei arresa all'evidenza della mia inferiorità e mi sarei lanciata tra le dolci braccia di Morte, che ha smesso di essere spaventosa dopo la prima lettura di quel capolavoro di Sandman. Lei no. Ha combattuto con i denti per sopravvivere, a partire dal primo infausto incontro in auto fino al fiammeggiante finale.


Con la solita pesantezza che mi contraddistingue ho ovviamente trovato cose che non mi sono piaciute, che sembrano piccolezze ma che tendono ad infastidirmi perché sembra che gli autori ci prendano sempre per delle scimmiottine che non hanno mai visto un film prima d'ora.
Per farvi un esempio devo fare spoiler.
Si è mai visto un fidanzato che registra su un REGISTRATORE il suo tentativo di estorcere un 'ti amo' alla ragazza? Oltre alla bizzarria del gesto in sè, che non è criticabile in quanto le persone sono strane e dobbiamo scenderci a patti, chi è che usa un registratore nel 2014 (anno del film)? Ma il punto non è tanto questo, che è davvero una piccolezza e come tale va presa. Il punto è: davvero credi che nessuno si immagini che il poveretto morirà asap e che lei si riascolterà la registrazione in un momento di sconforto? Davvero? Lo so che non siete scemi e lo sapete che lo capiremo subito, forse non ve ne frega niente ed è quindi QUESTO ad infastidirmi. Potete fare di meglio, o forse no, ma il punto è che qua non era importante. Non provavo alcuna empatia per una coppia che ho visto 5 minuti quindi non ho sofferto la morte di uno il cui nome non mi è nemmeno rimasto in mente.
Era la caccia che avevo in mente, la sopravvivenza, la tensione. Non mi interessava altro. Possiamo resistere ad un film intero senza cuori spezzati, lo giuro.

Mi rendo conto che sono davvero piccolezze, queste, dovete perdonare la mia pedanteria, sono il tipo che corregge e parole degli altri. Ci provo a smettere ma è dura.
Però, nonostante queste cosine piccole che fanno girare le scatole a me e ad altre 5 persone nel mondo, Kristy è interessantissimo, teso e cattivello.
Proprio oggi abbiamo bisogno di scaricare un po' la tensione.
Prendiamo a mazzate sui denti i satanisti, non possiamo farlo con gli analfabeti funzionali.


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martedì 23 giugno 2015

Le streghe di Salem

08:20
(2012, Rob Zombie)

Ho fatto un grave errore, di cui sono pronta ad assumermi le mie piene responsabilità.
Sapete cosa ho fatto?
Ho guardato Le streghe di Salem in italiano.
Prima di rivolgermi uno sticazzone, vi prego di guardare questo film in italiano e poi abbiate il coraggio di venirmi a dire che non è terrificante. E lo dice una che non si scaglia contro il doppiaggio per presa posizione, eh.
Ma qui sfioriamo la caricatura, il grottesco.
Ci sono ottime probabilità che questo abbia leggermente inficiato la mia opinione, ma non conterei troppo su questo per salvarmi le chiappe.

Heidi fa la dj in una radio a Salem. Una sera le viene recapitato al lavoro un album, di un gruppo chiamato I Signori. Fin dal primo ascolto, però, pare che questa splendida (ironicissima) musica abbia avuto strani effetti sulla dj.


Siamo di fronte a due possibilità: o io non ci ho capito una mazza, che è sempre un'eventualità da non escludere, o l'ultimo lavoro di Zombie è una di quelle poderose stronzate che non si dimenticano alla svelta.
E con questo spero di avere concluso le parolacce.

Partivo con un'idea del regista - musicista abbastanza chiara, perchè provo un sincero affetto per i Firefly. Ho sperato fino in un ultimo che questo Lords of Salem fosse una caciara cazzona, che si prende poco sul serio ma goduriosa e divertente. Lo avrei amato, capito, se avesse avuto questi toni!
Invece no, si prende sul serio eccome. E allora non mi piace più. Perché i presuntuosetti certi del loro talento a me stanno simpatici, di solito. Quando il talento che tano esaltano c'è, però. Qui non ne sono troppo sicura.
Perché se Sheri Moon che cavalca entusiasta un povero caprone, o si dimena con Gene Simmons, dovrebbero essere importanti scene simboliche mi spiace, io non le ho colte. Non ho colto i simbolisti, gli sprazzi di autorialità, i riferimenti. Se tutto questo ammasso di scene conclusive, di immagini messe insieme con Windows Movie Maker doveva avere un qualche simpatico significato, io, nella sommità della mia ignoranza, non ci sono arrivata.
Videoclip musicali, di nuovo. Solo che se quel clima lì, da videoclip appunto, stava tanto bene sui vestiti dei Firefly, qua stroppia. E sembra senza senso alcuno.


Sapete che impressione mi ha dato?
Quella che mi aveva dato After Earth. Ovvero di essere un film costruito per l'esaltazione dell'attore protagonista (se là era il figlio di Will Smith, qui è la moglie del regista), che giunge al suo culmine nel momento in cui questa, rivestito il ruolo di Madonna nera, se ne sta in piedi estatica e, appunto, mariana, su una pila di donne nude. Ma non siamo tutti Freddie Mercury. (LUI è uno e trino, LUI starebbe bene idolatrato religiosamente, LUI, non Sheri Moon).

Certo, da un punto di vista strettamente estetico mi è piaciuto. Non sarà Grand Budapest Hotel (quello è proprio una perla, una gioia, un Caravaggio per lo sguardo) ma questa prepotenza di colori mi aggrada sempre. Però deve esserci almeno un contesto per questa esplosione cromatica, altrimenti se sei ispirato ci fai un quadro, non un film. Le immagini unite una all'altra col fil di ferro non mi dicono niente. Riesco perfettamente a comprendere le persone a cui è piaciuto e le loro motivazioni.

Semplicemente, non è il mio cinema.

lunedì 11 novembre 2013

L'ultimo esorcismo

14:09
(2010, Daniel Stamm)




Sto affrontando le mie paure, cari lettori, e sono talmente fiera di me che mi darei un bel bacio in fronte.
Ho scelto proprio questo film perché ne avete parlato tutti (o quasi) malissimo. E mi sono detta che se era davvero un FDC non avrebbe potuto farmi troppa paura, ecco.

Cotton Marcus (ditemi vi prego chi l'ha scelto sto nome, perché io non me ne capacito) è un reverendo in piena crisi spirituale. Nella sua vita ha eseguito numerosi esorcismi ma senza credere realmente a quello che stava facendo. Per questo motivo decide di girare un documentario in cui dimostrare come siano in realtà tutte suggestioni e porta con sè un operatore e la sua collega a registrare quello che dovrebbe essere il suo ultimo esorcismo.
Poi vediamo chi si fa suggestionare davvero.

Soggettivamente mi tocca riconoscere che il film mi ha fatto paura. Ma questo solo perché io ho una paura maledetta del suo sottogenere, perchè in realtà si vede poco o niente, eh. Il 'momento clou' è concentrato negli ultimi 10 - 15 minuti di visione, che comunque rispetto ad altre pellicole sono davvero poca roba.

Oggettivamente mi tocca riconoscere che il film non va. Non è che non vada al punto da farmelo definire Film di Cacca, ma non funziona, non procede.
Prima di tutto sto reverendo è proprio un infame maledetto. Ridicola fino allo svenimento la sua interpretazione del predicatore affascinante e carismatico. Ma soprattutto è un codardo, incapace di prendere una decisione. Non credi in quello che fai? Molla tutto, bello, vai a fare lo spazzino invece di prendere per i fondelli le persone. Perché la religiosità, per chi ce l'ha, è una componente importante, e questo piglia clamorosamente tutti per il culo. In particolare la povera Nell, già ferita dal più cattivo dei lutti, già infragilita da una personalità non proprio dirompente e già sottomessa ai caratteri ben più forti dei due uomini della sua famiglia. 'Sto stonzo.


La debolezza della trama non è ripagata dal finale, che sì è a sorpresa, ma è fatto in modo talmente caotico e poco fluido da risultare quasi fastidioso. Ma mi ha aiutato a capire una cosa che mi girava nella testa da tutta la visione: il fratello è uguale a Ed Sheeran!

Rimanendo sul finale, però, una cosa la voglio dire. Leggendo varie opinioni in giro (e mi scuso se non linko la fonte ma davvero non la ricordo) si critica questa sorpresona finale dicendo che nega con il suo stesso essere tutto quanto è stato visto in precedenza. Ecco, in questo non sono molto d'accordo. Per tutto il film le persone del paese parlano di sette e quant'altro (cosa che peraltro fa riflettere su quanto il finale sia realmente un colpo di scena) e soprattutto non si parla mai dell'origine della possessione di Nell. Niente tavolette Ouja, niente sedute spiritiche, niente. Il demonio poteva anche aver trovato tranquillamente la strada per conto suo.



Concludo con una nota positiva, ché oggi sono di buonumore: Ashley Bell (Nell) è davvero, davvero, brava. Avete notato che per tutto il tempo non si è quasi mai tolta gli stivali che le aveva regalato il tecnico (la tecnica? la tecnico?) del suono? In certi momenti faceva una tenerezza incredibile, un faccino adorabile e un'interpetazione degna di nota.
Se solo non avessi fatto millemila incubi su di te, disgraziata!


lunedì 3 dicembre 2012

Lovely Molly, Eduardo Sanchez

11:57

Titolo originale: Lovely Molly

Anno: 2011

Durata: 100 min.

Trailer:

 
 

Trama: Molly e Tim sono neosposi. Dopo il matrimonio decidono di tornare a vivere nella casa in cui Molly e sua sorella Hanna vivevano da piccole, con i genitori. Dopo il trasferimento, però, strani avvenimenti colpiscono la coppia, e tutto sembra legato alla scomparsa del padre di Molly, la quale, già indebolita da un passato turbolento, comincia a mostrare i primi segni di squilibrio.

Di primo impatto questo film ha due cose davvero belle: titolo e locandina.


 
Cerco informazioni in giro e leggo che c'è di mezzo il buon vecchio Satana. Ouch, io ho seri problemi con i film che lo riguardano, come ho detto qui. Però di solito un bel poster basta ad attirarmi verso il film, quindi mi sono detta che a 22 anni è ora di superare le proprie paure.

Quindi ci ho provato, ed ecco cosa ne penso di 'Lovely Molly'.

Inizia nel pieno dell'azione: Molly parla davanti ad una telecamera e ha l'intento di suicidarsi, ma si ferma sostenendo che un tale 'Lui' glielo avrebbe impedito. Apprezzatissimo come inizio, non mi piacciono le cose troppo prolisse. Naturalmente, per spiegare come si è arrivati a questo punto serve un salto temporale all'indietro, e ci ritroviamo al filmino delle nozze, al trasferimento nella casa di famiglia e gradualmente ai primi avvenimenti strani. (Quando c'è di mezzo il diavolo è tutto un tremore. Che Satana abbia il Parkinson?) La situazione si evolve in un graduale declino psicologico di Molly, che si vede coinvolta in situazioni che uno non augurerebbe nemmeno all'odioso inquilino del piano di sopra che ti fa gocciolare i vestiti sul balcone.

Il tutto girato con un mix tra regia di ordinaria amministrazione e video registrati dalla stessa Molly. E qui, piccola parentesi. Io i mockumetary li adoro. Anche se ultimamente ce ne sono tonnellate e sembra siano il nuovo escamotage per guadagnare di più, il mo amore è più forte. All'inizio del film però pensavo che non fosse necessario, che la trama non lo richiedesse. Per fortuna poi l'uso della telecamera viene giustificato. Ma comunque se ne poteva fare a meno. Avevi già dato la tua dose con The Blair Witch Project, Ed, era sufficiente. Chiusa parentesi.


 

Ci sono diverse cose molto belle nel film: prima di tutto Molly è interpretata da una bravissima Gretchen Lodge, che non conoscevo ma che ho apprezzato particolarmente. Tanto quanto ho apprezzato le ambientazioni, tutte belle cupe e scure, in netto contrasto con gli ambienti 'degli altri', quindi il luogo di lavoro, la casa della sorella..era come se anche con le luci si volesse comunicare l'oscurità che aleggiava nella casa dei genitori di Molly, e con una come me queste cose funzionano. I miei complimenti al signor direttore della fotografia.

La tensione c'era, spesso bella intensa, ma c'è anche da dire che quando ho guardato questo film ero tesa come un filo su cui si stendono le lenzuola, sempre per restare in tema panni stesi. La paura di avere paura mi ha fatto cogliere molta più tensione di quella che magari in realtà si percepisce se non si è la Mari. Per inciso, a me la voce (del papà? Di Satana?) che chiama Molly durante il film ha fatto paura.

Ad avermi inquietato poi, è la tristezza. Non so come questo sia possibile, ma è la prima volta che vedo una tristezza inquietante. I neosposi non sono i soliti adolescenti bellocci e dalle belle vite. Sono un camionista e un'addetta alle pulizie, persone normali, con normali problemi economici, l'assicurazione sanitaria che manca, Tim sempre assente ma che trova il tempo per farsi la vicina (ops, questo era un mezzo spoiler), la sorella non molto solida ma sempre più di Molly. .

Persone normali.

(Oddio, diciamo che Tim è normale e Molly lo era solo a inizio film.)

Normali, ma tristi. Hanno un rapporto inconcludente, il marito è stato costruito come l'uomo meno utile che si sia mai visto. Capisco che una moglie così non è che aiuti, ma fai del tuo meglio perdio. Fai qualcosa. Niente, lui assiste e non fa nulla. Urla un pochino. Ma vai a verze, eri più interessante quando eri in viaggio.


 

È interessante questo film, non mi viene termine migliore. Interessante perchè offre mille spunti di riflessione, mille domande, poche risposte e molto buio. Sembra quasi delicato, a tratti. O almeno, è delicato il modo in cui sono trattati i tanti (troppi?) grandi temi che vi troviamo. Partiamo dal lutto, poi troviamo il declino psicologico, la tossicodipendenza, la possessione demoniaca, la violenza domestica. Detto così sembra un gran minestrone, ma in realtà è tutto trattato con i guanti, tutto perfettamente legato e coeso, e il risultato è che 'Lovely Molly' non è diventato un polpettone. Il lato leggermente negativo è che tutto ciò porta un po' di lentezza, ma niente di insopportabile.

La questione 'possessione' non è sguaiata (e di questo io sono molto contenta). È accennata, percepibile, ma non esagerata. Quindi, sangue ce n'è, ma non a secchiate. Ma soprattutto, non c'è la paura facile. Quella da salti sulla sedia, per intenderci. Ci sono la tensione, la suspance, la sensazione che succederà qualcosa. E tutto ciò ti tiene chiaramente attaccato alla visione, più di quanto non facciano i salti sulla sedia di cui sopra.

Oddio come mi sto dilungando.

Sintesi: che film quasi sempre figo.

Sono quasi certa che in Italia non sia uscito.

E visto quello a cui siamo abituati ultimamente, la cosa non mi sorprende affatto.









 

mercoledì 7 novembre 2012

Devil, John Erick Dowdle

17:15

Titolo originale: The night chronicles: Devil
Anno: 2010
Durata: 80 min.

Trailer:



Premessa obbligata: ho guardato 'L'esorcista' nel 2003. Avevo 13 anni e mi ha fatto talmente tanta paura che per anni non ho più toccato film horror e soprattutto film a tema satanico.

Fino a oggi.

Ci troviamo in un edificio di Philadelphia, dove 5 persone stanno vivendo tranquillamente la loro giornata. Ci sono: Vince, un venditore di materassi, Ben, un addetto alla sicurezza dell'edificio, Sarah, un'arrampicatrice sociale, Jane, una nonnina cleptomane e Tommy, un ex marine.
 




Il caso li vuole tutti insieme nell'ascensore 6, che si bloccherà e li terrà prigionieri mentre avvengono strani episodi. Cercheranno di occuparsene un poliziotto e due addetti alla sicurezza.
Parliamo prima di tutto di chi ha messo in piedi questo film.
Soggetto e produzione: M. Night Shyamalan. Ha partorito un gioiellino come 'Il sesto senso' e poi ha messo il cervello in modalità Off. Comunque con gli horror ha la sua esperienza, riconosciamoglielo. (Signs, E venne il giorno, The village, Stuart Little..)
Regia: John Erck Dowdle. Questo signore ha girato Quarantena. In poche parole, prima come adesso, non ha mai girato nulla di suo. È un mercenario. E dopo quello che ho scritto qui sui remake, la mia opinione è già chiara.

Ma parliamo del film.
Finiscono i titoli di testa e si sente una voce fuori campo (che si scoprirà essere quella del tenero Ramirez, uno dei due addetti alla sicurezza.) che narra una leggenda messicana sul diavolo. Va da sé che il protagonista indiscusso sia lui.





Ma se il film si intitola 'Devil', a questa conclusione credo che ci saremmo potuti arrivare anche senza intro.
Questi ci sottovalutano.

Tempo 10 minuti ed entriamo nell'ascensore. Tante stelline guadagnate per la rapidità.

Vediamo se riesco a mettere ordinatamente in un elenco puntato cosa mi è piaciuto di questo film:

  • le numerose scene al buio. Incrementa la tensione il fatto di sentire solo frasi sconnesse, le urla e i respiri crescenti. Ottimo espediente per creare suspance e contemporaneamente lasciare un senso di frustrazione, perchè qui ogni volta che la luce tornava era successo qualcosa e il pensiero fisso 'Ma ccccavolo! Ma proprio adesso! Maledetto, fammi vedereeeeeeeeeeee!'
  • le relazioni interpersonali. Accuse reciproche, tentativi di conquistarsi la fiducia degli altri e di dimostrare la propria innocenza. Ho trovato tutto molto reale. (Io, comunque, chiusa in ascensore con le persone che mi muoiono intorno 10 piccoli indiani style avrei avuto un crollo di nervi, ma io sono io)
  • tutta la questione etica strappalacrime. In fondo sono una romanticona. Anche se io...SPOILER! col cavolo che l'avrei perdonato, il fetentone. Sarai anche pentito nel profondo del cuore, ma col cavolo. Ecco, questo non mi è piaciuto. Cioè, mi è piaciuto, ma è reale come un unicorno parlante che insegna karate.
  • SPOILERDINUOVO!
    La nonnina che si rialza con fare da Jigsaw e la conseguente reazione 'AH! Lo sapevo che eri tu, stronza!'
  • La bellezza lustraocchi di Logan Marshall Green, aka Tommy.
Non penso che sia un capolavoro, e di sicuro finirà presto nel dimenticatoio, ma l'ho trovato un modo originale di trattare un tema ormai snocciolato in ogni modo e nel complesso è un film che si lascia guardare. Non ho amato molto la poca claustrofobia, speravo che data la location si sarebbe sentita di più, ma così non è stato. E non ho amato la poca paura. Cioè, viste le premesse credevo che sarei MORTA dallo spavento, invece nulla. O il film non è il massimo o io sono diventata brava. Il mio ego vota la seconda.
Infine, due domande che mi sono rimaste irrisolte:

  1. Se è stato..va beh, lasciam stare. Insomma, chi ha ferito Sarah è chiaro, non mi è chiaro il motivo! Che vuoi? Ammazzami, ma cosa mi mordi a fare?
  2. Perchè non sono andata a vederlo al cinema?
 
 




Vado a iscrivermi su Yahoo answers.


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