sabato 7 gennaio 2017

#CiaoNetflix: Sherlock, S4E1, The six Thatchers

13:44
Prima di Lost, prima di Friends (questa è pesante, ma bisogna guardare la realtà), prima di Sense8, nel mio cuore c'è sempre stata lei, Sherlock. La mia serie tv preferita. 
L'ho detto.
E no, smettetela, non è (solo) per Cumberbatch.
Da ANNI soffrivo come un cane nell'attesa di questa stracavolo di quarta stagione che lo stracavolo di Moffat, portatore di delizie e sofferenze, mi faceva aspettare. E ora è qui, ed è l'ultima. Soffro atrocemente al pensiero che tra due settimane sarà tutto finito, e per sempre. Ma ora è il momento della gioia, Sherlock is back!


In questo primo episodio vediamo Holmes avere a che fare con il ritorno presunto di Moriarty, nemesi storica. Quando quindi un caso apparentemente semplice si rivela più articolato del previsto, il pensiero andrà subito a Moriarty.

Se mi lasci in sospeso per un tempo così lungo innanzitutto meriti di essere sfanculato in tempo record. Mi trattengo per un momento, dandoti il tempo di dimostrarmi che questa attesa ne è valsa la pena. 
MA NON È COSì PORCA MISERIA LADRACCIA MALEDETTA
Cosa è successo, BBC? Ti sei stancata? Non volevi più fare Sherlock ma il finale della scorsa stagione ti ha vincolato? SONO AFFARI TUOI io quelle transizioni lì che mi pareva di guardare un fotoromanzo di GrandHotel non le voglio vedere maimaimai più. Giurami che nel prossimo episodio la smettiamo con questo trash e ci riprendiamo la sobria eleganza che ti ha contraddistinto fino ad ora. Siamo d'accordo? Non posso stare qua a guardarti mandare in vacca la serie tv più bella che sia mai stata realizzata senza fare niente. Ti faccio due scatole sui social che mi faccio denunciare per stalking. La testa di Cumberbatch che si fonde con il mare deve scomparire dal web e dobbiamo tutti scordarci che è esistita.
Le immagini non le ho riconosciute come familiari, mi sono sembrate davvero scadenti e non sono cose che posso accettare da un prodotto di questo tipo. Mi fa malissimo il cuore.
Chiariamo, l'episodio non mi è dispiaciuto. Ma a me le immagini interessano tantissimo, sono per me fondamentali, e non riesco a credere che la BBC non potesse fare meglio. Persino la scena di Lestrade fuori dalla porta di Sherlock con la ragazza di cui non ricordo il nome: concordiamo che c'è qualcosa nell'inquadratura di quella scena che non ha niente a che vedere con lo stile a cui siamo stati abituati?
Per il resto abbiamo: un'inconsueta lentezza, uno script un po' sottotono e casi poco pungenti.

Leggendo alcune critiche in giro, però, e mi riferisco in particolare a quella di Wired, mi sono trovata in forte disaccordo sulle argomentazioni. 
Partiamo da una: l'articolo rimprovera l'assenza di Moriarty, e lo fa anche ripetutamente. Ma davvero, dopo la super conclusione della stagione 3, ci aspettavamo che la questione Moriarty venisse bruciata nel primo episodio? Davvero? Non era più probabile che invece Moriarty in questa stagione tirasse fuori la sua vera natura, ovvero non quella di nemesi reale di Sherlock, quanto piuttosto di sua ossessione? Moriarty non è importante in quanto pericoloso criminale, ma in quanto mette in dubbio le sue capacità, in quanto diventa il suo chiodo fisso. Tutto l'episodio è PIENO di Moriarty, non come presenza fisica (cosa che credo non avverrà nemmeno nei prossimi episodi) ma in quanto pensiero ossessionante, che è la sola cosa che conta del personaggio. La sola esistenza di Moriarty mette Sherlock in crisi costante, che lui sia presente o meno. Il solo ipotizzare un suo ritorno è elemento di caos e confusione. Che ci si potesse aspettare altro mi incuriosisce. 
Altre cose che io ho trovato positive: l'ennesima conferma di Martin Freeman come attore più sottovalutato della sua generazione. Qualcosa nello sguardo di Freeman colpisce drittissimo nei sentimenti, è intenso da morire e MAI, MAI che risulti esagerato o mascherina. È credibile, in ogni istante, anche quando guarda il suo riflesso nel vetro di un bus e torna con i piedi per terra. Senza fare spoiler mi riesce difficile argomentare ancora di più, quindi continuiamo sotto l'alert.

DA QUI SPOILER CHE POI SE LEGGETE SONO AFFARI VOSTRI

Lo stesso articolo di Wired, che sto usando per sviluppare la mia, di argomentazione, parla - male - della morte di Mary. La definisce fan service. Ma il canone è stato letto? Mary è stata uccisa da Conan Doyle, mica da Moffat. E il personaggio era stato inserito nella vicenda talmente bene e in modo talmente unico (non è la moglie che porta via l'uomo al suo amico, ma è parte integrante della vicenda e delle indagini e, soprattutto, è amatissima da Sherlock stesso) che nessuno si sarebbe auspicato la sua dipartita per riuscire ad ottenere di nuovo la bromance tra i due uomini. Avremmo potuto risparmiarcelo, nella serie? Sì, certo, ma perchè? Perchè non inserire un elemento di disturbo, perchè non sfruttare la cosa che ci avrebbe finalmente e definitivamente eretto Sherlock a quello che è: un umano?
Ora, non guardando Doctor Who mi sento di poter parlare solo in parte, ma a me pare che a Moffat e compagnia piaccia assai prendere personaggi che non hanno niente di umano per poi esplorare la loro umanità. Se Sherlock ha scoperto l'affettività con la presenza di John prima e Mary poi, il dottore ha sempre bisogno di una companion. In che modo questo è un male? Non sono stati snaturati i personaggi, sono solo evoluti, e alla quarta stagione un po' di evoluzione non solo non fa male, ma è naturale.

Tirando le somme del primo episodio: inizio poco brillante, dopo una simile attesa chiedevo tanto, tanto di più. I tre volti protagonisti si sono confermati attori straordinari, e, come mi era successo anche con quella cosa tremenda che è stata Gilmore girls vA year in the life, il solo respirare l'atmosfera dei luoghi e dei volti familiari è stato bellissimo.

Il prossimo, comunque, è scritto d Moffat.
Steven, sorprendimi.

giovedì 5 gennaio 2017

Non solo cinema: Blankets

11:31
Da mesi facevo la corte a Blankets, ma la lettura veniva costantemente rimandata dalla mia povertà: 30 sacchi per una graphic novel mi paiono un attimo eccessivi. Giusto giusto per Sandman potrei spenderli. In mio soccorso arriva il mio amico ricco Tobia, che si porta a casa il volumone e in un eccesso di generosità me lo presta. Devo ancora riportarglielo.


Trattasi di racconto della vita dell'autore, che risponde al nome di Craig Thompson. In particolare, si affrontano alcuni momenti della sua infanzia: il rapporto con il fratello minore, l'educazione religiosa ricevuta e più in generale la fede, e la prima storia d'amore. Le coperte sono il fil rouge della crescita di Craig, sono prima il simbolo di una condivisione intimissima, quella del letto, e poi diventano il ricordo migliore di un affetto andato perso nel tempo. È bellissimo l'uso dell'immagine della coperta come simbolo del calore non solo di temperatura: Thompson lo sa e intorno alle coperte ci costruisce una storia intera.

Blankets è, facciamola breve, bellissimo.
È dolce, intimissimo ma riservato, ricercato, sentitissimo. Che stiamo parlando della vita stessa di chi scrive si percepisce, perchè i personaggi sono trattati con un calore che traspare dai disegni e dalle (poche) parole. Craig si ritrae anche nei lati peggiori, come l'essere vittima di bullismo, che lo rendono non una macchietta da fumetto ma un umano reale e a tutto tondo. Come lui, gli altri personaggi che lo circondano. Il fratello minore Phil, che è studiato più in relazione al fratello che come persona a sè, i genitori e Raina, la ragazza per cui si prende la prima cotta. Sono tutti imperfetti, ma umanissimi. I genitori sono cattolicissimi e 'sbagliati', eppure sono umani. Lo sono all'inizio quando ci sembrano mostri terribili e lo sono alla fine, quando sembrano una famiglia come tutte le altre. Raina è una ragazza con più lati di quelli che sembrano: è la ragazza ribelle e popolare a scuola, e la bravissima sorella maggiore che accudisce i fratelli minori problematici. Sarebbe stato troppo facile incasellarla in una sola definizione, e approfondire quella. Essendo tutti personaggi reali, però, un solo lato non è sufficiente a disegnarli.

I disegni sono 'grossi', non sono certo fatti di linee delicate e fini, sono spesso scuri e importanti, ma si finisce per disegnare gli occhi con solo due linee, che finiscono per essere molto più espressivi di tutto il contorno.

Per me Blankets è stato una delle letture a fumetti più intense dell'ultimo periodo. Non si parla di cuori spezzati con questa classe così spesso.

Vi lascio un'intervista che lo youtuber italiano Dario Moccia ha fatto a Thompson. Conoscere l'autore è il modo migliore per capire quanto di lui ci sia nel suo racconto.



Questo il link per acquisare Blankets su Amazon

martedì 3 gennaio 2017

I am the pretty thing that lives in the house

13:39
Quanto tempo poteva passare prima che io guardassi un film horror sui fantasmi firmato da Netflix, dotato tra le altre cose di un titolo incantevole e di una locandina altrettanto bella?
Poco, infatti.



Lily è una giovane infermiera che viene assunta per badare ad un'anziana signora, che da giovane faceva la scrittrice di romanzi horror di scarsa qualità. Nella casa della signora succedono cose strane, ma discrete: non sbattono le porte e nessuno viene posseduto (con mio discreto sollievo). Solo che ci sono dei passi, della strana muffa sulle pareti, degli strani atteggiamenti della padrona di casa, che si ostina a chiamarla Polly..vuoi vedere che Polly esiste davvero?
Eh.

All'inizio del mio rapporto con Netflix amavo tutto quello che usciva dalle loro manine. Vuoi perchè ho iniziato con i loro splendidi documentari, vuoi perchè la prima serie di cui ho goduto è stata Sense8, le mie aspettative erano alle stelle, complici anche le recensioni entusiaste del web.
Sono rimasta delusa? NO, NO, NO.
I am the pretty thing that lives in the house è una storia semplice ma intensa, divisa su due epoche storiche (alla cui datazione risaliamo solo attraverso i dettagli) che sono, ognuna a modo suo, intriganti e visivamente bellissime. Perchè se la trama non è niente di sconvolgente sono le immagini a farla da padrone. Tutto è bianco, spoglio, minimale e lentissimo, i colori sono pochissimi e tenui, persino i movimenti sembrano appena accennati. E quando si parla di fantasmi è facile farsi prendere dalla frenesia e fare tutto veloce e pauroso. Qua le scene di spaventi sono generalmente un po' telefonate e convenzionali, eppure sono sinistre e goticheggianti. Sono accenni, frecciatine, strizzate d'occhio, fatti con una lentezza che può sembrare frustrante. (A me, però, è piaciuta tanto.)
Questo per noi spettatori, chiaramente, perchè la povera Lily se la fa sotto dalla paura e l'attrice (Ruth Wilson, a me sconosciuta) è stata BRAVISSIMA nel rendere questa paura. Secondo me poi la paura è la sensazione più difficile da rendere perchè in un attimo si sembra macchiette, lei invece è stata spontanea e credibilissima, tanto da passare paura per induzione a chi la guarda. Non c'era bisogno di vedere il fantasma (bellissimo madonna che bellissimo) per esserne spaventati: Lily ci trasmetteva da sè una paura incredibile.
In generale il film se la tira un bel po', ma a me quelli che se la tirano con ottimi motivi piacciono, fanno una gran simpatia.
E allora tiratela pure, cosa carina che stai nella casa, perchè sei bello assai, e ne hai tutte le ragioni del mondo.

sabato 31 dicembre 2016

Cari figli che non so se avrò mai

17:30
Questo post è un'ipotetica lettera a Voi. Se mai lo troverete, sarà perchè questo blog, con cui mi diletto, sarà stato lasciato online, affinchè voi possiate prendervi gioco di vostra madre.
Spero siate bellissimi e in salute, ma soprattutto spero di non aver dovuto litigare troppo con vostro padre per i vostri nomi, che oggi, allo scadere del 2016, sono belli che decisi.
Spero siate indipendenti nelle opinioni e nel pensiero, anche dai vostri genitori. Vorrei che sviluppaste passioni intense e durature, che vi accompagnino nel corso della Vita. Spero, più di ogni altra cosa, che queste passioni abbiamo a che fare con l'arte. Che sia pittorica, o che siano i libri a rubarvi l'anima, o ancora che il Cinema sia la vostra terapia, o che la musica sia vostra amica, spero che abbiate modo di farvi arricchire dalle creazioni della mente umana.
Vi sarà utile tutte le volte che crederete di avere perso la fiducia nelle persone, e anche in quelle occasioni in cui sentirete che la vostra emotività si è indurita un po'.

Noel, il bambino che vorrei.

Il mio sogno è di generare un giorno luminosi eredi che ameranno quello che amo io, con la stessa inensità con cui lo faccio io, ma quando sogno troppo forte mi devo forzare di ricordare che i figli sono esseri umani interi e separati e che sviluppano una loro identità. Se così non fosse, oggi starei leggendo Harmony ascoltando i Pooh, come vostra nonna.
Però continuo a sognare, e mi immagino spessissimo a leggere per voi.
Sì, ma leggere cosa?
Harry Potter, che domande. Sarete seppelliti di letture di Harry, dal primo giorno della vostra vita, questo è insindacabile. Ma poichè di non solo Harry è fatta la narrativa per ragazzi, penso spesso a quale Roald Dahl vi leggerei per primo, e inevitabilmente finisco per pensare a Gli Sporcelli. Matilda seguirà a ruota. Dahl sarà fonte di gioie infinite, con tutte le sue idee magiche, i suoi adulti cattivi e i suoi salvatori. Sarà sempre divertente, e voglio che sappiate che leggere è sì arricchente e importante e cosruttivo, ma che prima di tutto è bello. Voglio che capiate subito che è importante parlare bene, sia per fare bella figura ed essere corretti, ma anche perchè con le parole si può giocare, ed è sempre un gioco buffissimo. Sarete quindi sottoposti, fin da piccolissimi, a due signori che con le parole si sono fatti grasse risate: Roberto Piumini e Gianni Rodari. 
Voglio che crediate che la magia sta nella bellezza, e quindi, ovviamente, Neil Gaiman. 
Voglio sperare che amiate i classici per ragazzi tanto quanto li ho amati io, ma soprattutto spero che amerete i romanzi d'avventura più di quanto abbia fatto io da ragazzina: vi voglio selvaggi e intraprendenti, con curiosità sconfinata verso il mondo, reale o di fantasia che sia. E allora per Natale sotto l'albero avrete un Lo Hobbit, una Storia Infinita o un Harold Fry, che in teoria è un libro per adulti ma in pratica a noi della teoria frega poco.
Prima o poi, infine, sarà il momento di iniziare a leggere i fumetti, bambini miei. E allora, sempre incartato come un regalo,prima o poi riceverete quel volumone bellissimo di Bone, che è dolce, avventuroso, pieno di sentimenti buonissimi e cattivi stupidissimi.

Certo, la televisione non sarà sempre spenta, anzi: molto probabilmente sarete voi a dover dire a vostra madre di smettere di guardare film. Sarebbe bellissimo, però, se voi vi sedeste con me, accettando che non sarà grazie a vostra madre se conoscerete i cartoni Disney, che molto semplicemente non ama troppo. Sulla nostra tele scorreranno i film Ghibli a ripetizione, come un mantra, perchè voglio che vi appassionate al disegno alla svelta, così poi divetate bravi come la zia Elena. Ma anche Paranorman e Monster House o Coraline. E anche Dragon Trainer, per un motivo: quel drago lì è un micione e voi dovete capire alla svelta che gatti>>>>>>>cani. Per non mettere pressioni all'attuale fidanzato di mamma devo dire che non so se guarderete tanti film di supereroi, ma una cosa è certa: farete prestissimo la conoscenza di Hellboy, e se da lui imparerete le parolacce io non avrò niente in contrario. Poichè desidero anche che sappiate da subito che prendersi sul serio non è cosa buona, poi, i Guardiani della galassia saranno vostri amici da subito.
Per canticchiare con mamma sarete presto avviati all'apprendimento di fondamentali brani da The Nightmare Before Christmas.
E poi saranno le commedie: La storia fantastica e di nuovo quella Infinita, per dirne due, ma anche gli amatissimi Sfortunati eventi. E l'avventura: Guerre stellari e il primo Pirati dei Caraibi Super8.
E l'horror?
Arriva, arriva. Gremlins, per cominciare.

Nei miei sogni sarete perfetti e intelligentissimi, con gusti ancora migliori dei miei. Sappiate però concedervi sempre il piacere per il brutto, per le cose che non dovreste amare e che invece amate lo stesso, e strafogatevi di patatine nel mentre. Non c'è niente di più appagante. E le vostre passioni non fossero compatibili con le mie, andrà bene comunque. Sapervi svegli la notte presi dall'entusiasmo per qualcosa che amate (a patto che non sia la droca. Non drogatevi bambini) sarà sufficiente a rendermi felice. Sapere che avrete sempre un motivo di gioia, di emozione sincera, di entusiasmo contagioso, sarà di incredibile aiuto per quelle volte in cui la vita sarà meno gioiosa. Lasciatevi andare e amate con forza ma sinceramente, senza imporvi cose che non vi vanno nè privandovi di ciò che vi fa palpitare il cuore.
Perchè sì, è vero che un film o un libro, o una canzone addirittura, fanno stare meglio le persone. È per quello che continuiamo a farne. Ne abbiamo bisogno.

A chi è giunto fino alla fine di questo chilometrico post auguro un nuovo anno che scorra liscio come l'olio, senza scivoloni nè ostacoli a fare lo sgambetto. Qualora ci fossero comunque, auguro a tutti di avere un gruppo di sostegno simile a quello che è stato Internet quando è morta Carrie Fisher e siamo rimasti tutti senza Principessa. Compatto e potentissimo.

giovedì 29 dicembre 2016

Best Scenes Ever

14:55
Quando la blogosfera chiama, MRR risponde.
Questa chiamata alle armi chiedeva di parlare delle nostre scene preferite.
È stata dura, ci sono stati pianti, separazioni dolorose e risentimenti. Presto ci saranno pentimenti. Queste però sono le scene che mi trovo più spesso a riguardare, in ordine rigorosamente casuale.



1) Sweet Transvestite - The Rocky Horror Picture Show




In questa scena TUTTO È PERFETTO.
L'arrivo maestoso di Tim, il suo trucco, l'espressione da babba della Sarandon, la canzone (pazzesca) e la voce di Curry sono un mix mortale. Una bomba, il mio personalissimo culto, con l'uscita di scena più esemplare di sempre, da applausi a piene mani, di quelli con le mani a coppa che fanno un gran macello.

2) Protezione di Hogwarts - Harry Potter e i Doni della Morte parte II



La mia scena della vita della saga intera è quella che ha luogo nella Stamberga Strillante, nel terzo volume, il momento in cui Sirius e Remus si rivedono. Nei film, però, la protezione della scuola vince su tutti gli altri momenti: migliaia di ragazzini bloccati in un castello, fino a quel momento il luogo più sicuro sulla Terra, e stanno per ricevere un attacco tremendo. La guerra arriva e i pochi adulti presenti fanno quanto è in loro potere per proteggere i loro ragazzi e quella straordinaria scuola che è molto più che un semplice castello. La musica, i ragazzi agitati e in fuga, i quadri anche, la McGranitt in piena forma, la discesa in campo delle statue (al cinema è stata straordinaria da vedere), e infine tutti lì, nel cortile, genitori, professori e alunni più grandi, bacchette al cielo a fare quanto è in loro potere per proteggere la casa loro e nostra. I dissennatori che si allontanano, quasi a dare un momento di tregua, e la magia che diventa visibile, diventando scudo reale contro il male. Da pelle d'oca lunga ore.

3) Le gemelle - Shining



Scegliere un solo momento di Shining è quasi ridicolo. Ma se penso al momento che più mi ha messo alla prova direi che poche scene battono le gemelle. L'inseguimento del triciclo, il respiro di Danny che cresce agitato, le bambine fatte a pezzi...a me dà sempre, sempre, sempre i brividi.

4) Finale - Requiem for a dream

Pochi film mi hanno turbata quanto quella Opera d'Arte che è Requiem for a dream. Splendido, eh, c'è poco da dire. Quel finale lì me lo ricordo ancora come una delle cose più forti a cui abbia mai costretto i miei occhi. E vi chiederete 'E allora perchè la metti qui?' Eh, perchè è favolosa.

5) Inizio - Halloween, La notte delle streghe


Io non so niente di tecnica, ne abbiamo parlato spesso. Se John Carpenter sia oggettivamente bravo, quindi, è un giudizio che lascio a voi. A patto, però, che diate il vostro giudizio dopo avere visto l'inizio di Halloween. Quella salita lì sulle scale me la ricorderò per sempre.

6) L'uomo pallido - Il labirinto del fauno


Se dovessi scegliere una scena, una sola, uscita dalle mani di GDT, non potrebbe essere altro che questa. I colori, Ophelia che non ha paura di niente e quando vede gli occhi sul vassoio se li scruta senza fare una piega e ovviamente la creatura: pallida, immobile, terrificante. È una summa di tutto ciò che dobbiamo conoscere di Del Toro.

7) Il funerale di Royal - I Tenenbaum



Secondo me ho qualcosa che non va tanto bene nella testa, perchè in sta lista ci sono scene che mi hanno fatto piangere come un'asina.

8) The show must go on - Moulin Rouge


Non permetto a nessuno di toccarmi questa canzone. È la canzone della mia vita, la colonna sonora di un'esistenza intera. Se sento una cover, cambio, non sono capace di sentirle e basta. Tranne questa. Vedi sopra, a me piacciono le cose che fanno piangere, e dio solo sa quanto piango ogni volta che vedo un teatro intero, Satin compresa, cercare di farsi forza di fronte all'imminente scomparsa della sua stella più luminosa cantando la canzone più bella che sia mai stata incisa.

9) Finale - Rosemary's Baby



Ditemi che esiste un horror con un finale più disturbante di questo e avrete mia eterna riconsocenza,

10) La scena del treno - La città incantata


Prendete tutto quello che di bello lo Studio Ghibli può fare e concentratelo in una scena: il risultato è la scena del treno de La città incantata.

So che di qui a dieci minuti mi verranno in mente almeno altre trenta scene. Prevedo molti edit in questo post.
Qui gli altri partecipanti:

Bollalmanacco

Director's Cult

SOLARIS

Non c'è paragone

A fish-flavoured apple

Pietro Saba World

lunedì 26 dicembre 2016

Gli Invasati

09:21
Eoni fa, quando da queste parti si parlava del libro della Jackson da cui questo film è tratto, Erica del Bollalmanacco mi aveva detto di guardare il film. Se mi da un consiglio lei, io mi fido, e quindi mi sono armata del mio scarsissimo coraggio e sono tornata ad Hill House.



La trama è arcinota ma la ripeto per chi non si è ancora fatto il grande favore di leggere un libro di Shirley Jackson: Hill House è una casa maledetta (ormai nella mia mente LA casa maledetta). Forse infestata, ma di sicuro portatrice di grandi sventure e tragedie. Il dottor Markway è interessato a scoprirne una volta per tutte la vera natura e decide di partire e alloggiare nella casa per studiarne in prima persona i fenomeni. Non partirà solo, con lui ci saranno Luke, l'erede della villa, e due donne: Theo e Eleanor, la nostra protagonista.

Mi sento di dire, senza timore di essere contraddetta, che Gli invasati è un piccolo miracolo. Fa una cosa che credevo quasi impossibile: è quanto di più fedele al romanzo potessi immaginare. Non parlo della trama, che per forza di cose ha tralasciato alcune piccole parti che però trovo trascurabili, parlo di sensazioni. Se la Jackson con la sua mano fatata non aveva bisogno di un linguaggio forte e caciarone per fare una paura incredibile, qui Wise non ha bisogno di mostrare alcunchè. Qua si mostra il minimo indispensabile, non si usano facili stratagemmi per spaventare. Hill House non ti vuole far prendere uno spavento, ti vuole far morire di paura. E ce la fa.

I personaggi mi sono sembrati resi benissimo, Eleanor ha uno sguardo sbarrato e perso che ha fatto quasi più tenerezza che nel libro. Il viso dell'attrice è quasi infantile e fragilissimo, una scelta di cast perfetta per un personaggio che già nel romanzo mi aveva colpito al cuore. Theo, d'altro canto, non è da meno, e se la detestavo di là, figuriamoci qui che posso darle un volto.
La casa è, ovviamente, di uno splendore tetro, e vederla in bianco e nero è angosciante il giusto. Ovvero tantissimo. 
Il fatto che fantasmi e case infestate siano i miei preferiti da sempre forse influisce sul mio entusiasmo, sono disposta a riconoscerlo, ma vi dico questo: che leggiate il romanzo o guardiate il film poco importa, provate ad uscire indenni dalla scena della mano e poi tornate a dirmi che non vi ha fatto paura.
Buona fortuna.

sabato 24 dicembre 2016

#CiaoNetflix: Sense8 Christmas Special

17:03
Vedere Sense8 è stata una delle esperienze più intense dei tempi recenti. Io non sono una grande amante di serie tv, ne guardo poche e di solito più son trash più le amo.
Poi è arrivato Netflix, creatore di piccoli miracoli, e mi ha regalato la più totalizzante, potente, emozionante delle visioni recenti. Staccarmene è stato difficilissimo.
Per questo ho accolto l'arrivo di uno speciale di Natale con qualche perplessità: avrei resistito ad averne solo una dose?
Spoiler: NO.
Ridatemi Sense8, che a fattanza qua sto peggio di Will.


Nell'episodio natalizio non succede un granchè, lo possiamo dire?
Riprendiamo in mano i nostri Sensate esattamente da dove li avevamo lasciati: una in prigione (la mia preferita, Sun ti amo), uno a confrontarsi con l'outing, una a nascondersi, eccetera. Nello speciale li vediamo semplicemente proseguire con le loro esistenze, lontane ma vicinissime, e con gli eventi che abbiamo seguito nel corso della prima, incantevole, stagione.

La sensazione di familiarità è intoccata, con mio gigantesco sollievo. L'episodio si apre con una bellissima scena, come al solito contornata da una colonna sonora per fet ta, in cui riprendiamo in mano il concetto di Sensate, ci viene ricordato come funziona il legame dei ragazzi, e di nuovo noi finiamo incastrati in un fluire libero e agile di sensazioni, odori, sentimenti. Se Wolfgang nuota, ci stiamo bagnando tutti.

Con movimenti morbidi come quelli del tedesco in acqua passiamo ad una scena che ha del meraviglioso. Vi racconto una cosa: io per Lito ed Hernando ho un affetto smisurato. Sono, molto semplicemente, quella che ai miei occhi è la coppia perfetta: oltre ad essere entrambi di una bellezza imbarazzante (Hernando soprattutto, parliamone), i due attori sembrano avere una chimica incredibile. L'attrazione è fortissima e divertita, la coppia si lascia andare a giochi continui, maliziosi e non, ed è un incanto starli a guardare. Poi arrivano i momenti difficili, sia nella stagione che nell'episodio, e li vedi diventare un tutt'uno, uno scudo di testuggine contro il mondo, loro e quella croce e delizia della loro amica Dani. Hanno un'ammirazione sconfinata l'uno per l'altro (ricordate la conversazione al museo tra Nomi e Lito? O quella all'incontro di wrestling? Io commossa all'inverosimile) Sono la coppia più bella rappresentata sullo schermo in tempi recenti, quasi non riesco a descriverli.

Per tutto l'episodio si alternano momenti più intensi, con Lana Wachowski che si diverte a prendersi gioco dell'empatia di chi guarda, a momenti più leggeri e scanzonati, utilissimi in uno speciale di due ore ad alleggerire la tensione. La tenerissima Kala e la sua ingenuità sono un toccasana. La scena del compleanno è di un bello da brividi, la battaglia con le palle di neve è dolcissima.
Poi, ovviamente, le batoste: Will col padre, Lito e la madre, Sun e il figliondrocchia del fratello. Ed ogni volta che uno di loro è in difficoltà, ecco la protezione degli altri, i suggerimenti all'orecchio, la consolazione, la forza, le botte da orbi. E vederli insieme da sempre senso di potere assoluto.

Anche stavolta, Sense8 conferma quello che era stato il suo pregio incredibile nella stagione uno: guardare la serie riuscendo a mantenere una distanza da quello che si vede è letteralmene impossibile. Le persone ritratte entrano nel cuore, diventano cari amici (e vi garantisco che se ne sente moltissimo la mancanza). Lo scambio tra Sun e Van Damme, che si rivedono dopo che lei gli ha salvato la vita, è semplicissimo ma scalda il cuore, perchè ci coinvolge ad un punto altissimo, perchè beneficiamo anche noi della totale apertura mentale dei Sensate, siamo anche noi all'interno di quel legame potentissimo che li unisce, lontani ma vicinissimi.
E questa dovrebbe essere 'solo' una serie tv.

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